PREGHIERA-GIOVANI

 

guidata da

 

S. E. REV. MA MONS. ARTURO AIELLO

 

“Oggi è già domani”

 

Cattedrale di Teano

 

26 Giugno 2009

~

Nel nome del Padre…

 

Canto: I cieli narrano

 

È sempre più difficoltoso mettersi in preghiera d’estate, ma stasera vorrei affidarvi, affidarci - perché ne abbiamo tutti bisogno - una “istruzione per l’uso”: è cominciata l’estate (anche se non sembra, stiamo ancora alla ricerca di un po’ di sole) e sembra che ci si debba svagare. È il tempo in cui collezionare esperienze un po’ strane (speriamo di andare in vacanza fuori… organizziamoci con gli amici…), ma c’è qualche pericolo in tutto questo?, o c’è un modo per impostare l’estate in una maniera intelligente (che non significa bigotta)? È la domanda che il vostro Vescovo si è posto pensando a questo incontro di preghiera. Temevo anche che, poiché è anche un po’ di tempo che non ci vediamo, aveste perso l’orientamento e, invece, sono contento di vedervi, anche se non proprio tutti tutti, gran parte. Ovviamente, come ho detto all’inizio, c’è la difficoltà, perché sembra che la Preghiera appartenga all’inverno, appartenga all’anno scolastico, appartenga ai “tempi-non-di-vacanza”, invece, se c’è una cosa per cui non dobbiamo andare in vacanza è proprio l’ambito della fede: è come dire che d’estate non si respira, non bisogna respirare, oppure d’estate non bisogna pensare, d’estate è vietato volersi bene. Ci si vuole bene sempre, si respira sempre, si pensa sempre e, dunque, si alimenta anche la propria anima sempre. Ci fermiamo un attimo in silenzio per fare mente locale, per dirci che siamo qui e non al night, per contestualizzarci davanti al Signore che ci chiama qui a vivere questo momento. Poi cantiamo insieme l’Alleluia per accogliere la Parola di Dio.

 

***

Grazie, Signore, perché sono qui. Grazie, perché sei qui e mi aspettavi. Grazie, perché in Te abbiamo possibilità di crescere e di rendere salde anche le nostre amicizie, il nostro volerci bene. Cantiamo insieme:

 

Alleluia, a-alleluia, alleluia

Alleluia, alleluia, a-alleluia, alleluia.

Passeranno i cieli e passerà la terra

La sua parola non passerà. A-alleluia, alleluia.

 

Dal Vangelo di Luca (21, 29-36)

29 E disse loro una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; 30 quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l`estate è vicina. 31 Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32 In verità vi dico:non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. 33 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 34 State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35 come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell`uomo".

 

Come ho detto, vivremo quest’ora di preghiera per dare un’impostazione all’estate. Come sarà quest’estate appena cominciata? Come la vivrò? Può quest’estate cambiarmi? La risposta è sì, dipende come: posso cambiare in peggio, posso cambiare in meglio, posso perdermi, posso ritrovarmi e, per questo, vorrei che faceste un po’ più di attenzione. So che vi chiedo uno sforzo - lo chiedo in particolare a voi giovani, per gli adulti questo pensiero è del tutto scontato - uno sforzo, perché, come ho già detto nell’introduzione, pensiamo che tutto sia vacanza. “Vacanza” significa “vuoto”, ma ci possono essere tre mesi di vuoto, tre mesi in cui non cresco, tre mesi in cui non mi arricchisco, tre mesi in cui non divento più uomo, in cui non divento più donna, in cui non divento più cristiano? È la domanda che ogni educatore deve porsi, anche perché non tutte le esperienze vanno fatte e anche perché non è chiaro nella mente e nella mentalità – direi, più che nella mente dei giovani, nella mentalità che si respira - che quello che facciamo, in qualche maniera, ci forgia, cioè io sono il frutto delle mie azioni: il vostro Vescovo è l’addizione di quello che ha fatto quand’era bambino, quand’era adolescente, quand’era giovane, quand’era in seminario, quand’era giovane prete, quand’era parroco. Ognuno di noi va crescendo e quello che è, è il frutto di tante azioni poste in una certa direzione. È come dire che per la costruzione di una casa non metto i mattoni a casaccio, ma seguo un progetto e, quindi, c’è bisogno di calce, c’è bisogno di unire i mattoni, di metterli secondo un progetto, altrimenti la casa non si costruisce, sarà un ammasso di detriti; così mi sembra essere la vita di tante persone oggi e non solo giovani. Allora, la Parola che abbiamo ascoltato, innanzi tutto, l’ho scelta perché c’è il termine “estate”. Dice Gesù, ovviamente riferendosi ad altro: Fate attenzione perché ci sono i segni, fate attenzione perché il contadino sa quando sta per venire l’estate e non lo sa solo dall’allungarsi delle giornate, ma lo sa anche quando guardando le piante, si accorge che ci sono dei germogli, che la corteccia di un albero comincia a farsi morbida, che ci sono le gemme, che ci sono i fiori… cioè facciamo attenzione ai tempi. Allora, questo tempo, estate, che ricorre anche nel Vangelo, dovrebbe metterci in allerta, per dire (questo dovrebbe pensarlo ogni parroco, ma anche ogni genitore, anche ogni educatore, alcuni di voi sono educatori di Azione Cattolica o Scout): i miei ragazzi che faranno quest’estate? Vedo qualche insegnante: avete chiuso registri, scuole, giudizi e vi chiedete: che ne è di quello che ho fatto quest’anno per i miei ragazzi? Che succederà quest’estate? Sembra che nessuno se lo chieda. Adesso abbiamo chiuso le scuole, poi magari, chiudiamo anche le chiese (chiuso per ferie: il parroco si è ritirato), nessuno viene più a messa, la frequenza cala, andiamo al mare e sembra che nessuno debba preoccuparsi di questo tempo che, comunque, o è costruttivo o è destrutturante. “Il tempo dell’estate o è costruttivo o è destrutturante” significa che o ci costruisce o ci demolisce e da che cosa dipende? Semplicemente da quello che faccio, da quello che dico, da quello che penso. Non so se vi siete accorti: sono andato dall’esterno all’interno (da quello che faccio, da quello che dico, da quello che penso). In realtà succede, ma non sempre, il contrario: si pensa una cosa, la si dice (la si “verbalizza”, come si dice) e poi questa cosa la faccio, diventa un gesto. Mettiamo il caso che sia un gesto negativo: ho pensato una cosa negativa, l’ho detta tra me e me o con i miei amici – Facciamo questa bravata! - poi la faccio; certamente è una cosa negativa, ma non è ancora il dramma. Il dramma è quando questa cosa negativa è fatta oggi, domani, dopodomani, a seguire, in permanenza… A questo punto, quella cosa negativa mi cambia. Adesso, vi faccio un esempio per destare la vostra attenzione. Ho pensato: a quale esempio devo ricorrere per attirare l’attenzione del mio uditorio? Mi sembra che a Sanremo abbiano cantato - non so come si chiami questo ragazzo – “…prima era gay, adesso sta con lei”. Come si chiama questo ragazzo? Ecco, ero sicuro che ne eravate a conoscenza… Senza fare un trattato, quello che si è cantato è vero? È vero, è vero! Allora, se è vero che uno prima “era gay e adesso sta con lei”, voi starete pensando: “Ma tanto tutto fa brodo, è tutta una confusione…”. No, il motivo è un altro: forse non era gay. Non lo era, ma nessuno glielo ha mai detto. E come ha fatto a pensare di essere gay? A partire dall’esperienza: cioè, se io comincio ad autoconvincermi e poi lo dico - Sono gay, gay, gay, gay! - e poi comincio ad avere atteggiamenti di questa eventuale identità – adesso, vi sembra strano che il vostro Vescovo sia ricorso a questo esempio – io, alla fine, mi strutturo, cioè divento gay. Allora, gay si nasce o si diventa? Questo è un grande interrogativo che riguarda la psicologia, la pedagogia, riguarda anche la fisiologia secondo alcuni, ma perlopiù al 90%, al 99% si dice che ci si diventa. Ho fatto questo esempio perché ero sicuro di attirare la vostra attenzione. Allora, si diventa gay facendo il gay. Come si diventa gay? Cominciando delle amicizie, frequentando degli ambienti, dei bar, dei luoghi, leggendo libri (questo nel caso di un gay di una certa levatura culturale), magari, non so, leggendo “Morte a Venezia”… Attraverso tutte queste letture, racconti, gesti, amicizie, luoghi, ritrovi – Lì si vedono tutti quelli che… Andiamo lì! -, alla fine io divento gay. Come si diventa gay? Attraverso una ripetizione di gesti, di parole, di pensieri, di abitudini. Se questa cosa vi è chiara, e spero che lo sia, lo stesso valga per ogni cosa positiva o negativa. Come si diventa buoni? Ve lo siete mai chiesto? Com’è che quella ragazza è sempre così gentile, è sempre così sorridente, non perde mai la pazienza… Come? È di carattere? No! Questa è una risposta di comodo. Si diventa buoni ponendo gesti di bontà, pensando il bene, dicendo il bene, incoraggiandosi nel bene: così si diventa buoni. Come si diventa cattivi? Semplicemente ripetendo gesti, parole, frequentando ambienti, persone e, alla fine, “quello è un ragazzo cattivo, un giovane cattivo”, anche se non esistono giovani cattivi. Esistono adulti cattivi, non esistono giovani cattivi, perché i giovani sono ancora redimibili, ma un adulto cattivo è difficile da convertire. Com’è diventato cattivo? Attraverso tanti piccoli gesti di cattiveria, a partire dalla sua adolescenza, dalla sua giovinezza… Era uno di quelli che pensava che l’estate servisse a divertirsi, allora… divertiamoci! Una serata che non finisca con una sbornia - per dire una cosa apparentemente innocente - non è una serata! Quindi, se vado ad una festa e non mi ubriaco non è riuscita, non è una festa. Sono atteggiamenti che voi fate in una maniera inconsapevole, perché fanno parte della moda, perché si “portano”, dite voi: si porta ubriacarsi, si porta fumare lo spinello, si porta sniffare… Si porta, si fa. Si porta pure fare il gay e, a furia del fatto che “si porta”, ci si diventa. Allora, in quest’estate, io che voglio “portare”? Come voglio vestirmi? Che maglietta mi voglio mettere? Che pantaloni voglio indossare?, cioè che abitudini voglio assumere in modo tale che non mi ritrovi a settembre come uno sbandato? Per quelli fra voi che sono ancora a scuola, la fatica dei vostri insegnanti è che il 15 settembre - non so quando si riaprono le scuole – diranno: Dio mio! Ho perso tutto! Quella classe bella, spumeggiante, attenta… - Una fatica immensa per riprendere… - Vi ricordate l’anno scorso? Sembra che la vita culturale, e non solo, sia fatta a segmenti, ma una vita fatta a segmenti non sarà mai una bella vita, non sarà mai una personalità luminosa: sarà una vita stentata. Purtroppo, cari amici, questo avviene anche sul piano dei nostri comportamenti e anche sul piano della fede: Oggi vado a messa, perché mi sento. Domenica prossima ho un impegno e non ci vado, poi magari ci torno più in là… Ma se tu a messa non ci vai di seguito, non prendi l’abitudine sana di ritenere l’Eucaristia importante, allora diventerai un lontano. Cominciano così gli allontanamenti. Allora, il vostro Vescovo ha pensato: cosa dire a questi giovani perché possano organizzare un’estate intelligente? Innanzi tutto, attenti ragazzi, perché quello che farete questa estate vi darà un imprinting per la vita. Non dite: Adesso stiamo in vacanza! Ma è un momento! No, perché quello “era gay e adesso sta con lei”! E allora non era gay! E come ha fatto a pensare di essere gay? Ci si è trovato. È entrato in una serie di abitudini: significa che noi siamo più duttili in bene e in male di quanto pensiamo, siamo una spugna. Voi frequentate un ambiente culturalmente elevato e, immediatamente, ne trovate giovamento, vi siete arricchiti; frequentate persone di basso rango, finite col pensare i loro pensieri. Tu sei i libri che leggi, i programmi che vedi, i film che vedi, le canzoni che canti, gli amici che frequenti, i pensieri che pensi. Tu sei tutto questo e queste cose più le pensi, più ti strutturano, soprattutto più le fai, più ti strutturano in bene e in male. Questo è il motivo per cui anche a 50’anni, anche a 70, tanto più a 20, a 15, a 18 e a 30, io debbo sentire il bisogno di aiutarmi, a dire: questa cosa mi aiuta, andare alla Preghiera-Giovani è un aiuto, mi si apre la mente, mi si offre uno spunto, un input, uno scenario, allora ci vado perché mi arricchisce, perché mi fa capire che sto facendo, mi fa capire che senso ha la vita, mi fa capire come – dicevano gli antichi – “l’uomo è fabbro del suo destino” (avrete trovato, qualche volta, questa frase scritta da qualche parte, magari in latino, per chi fra voi frequenti percorsi di letteratura antica). Quindi, quando una persona viene a lamentarsi da voi - Io sono sfortunato… a  me non va niente bene… - si è trovato in quella situazione perché ci si è messo, magari non subito, non adesso, ma un mese fa, un anno fa, dieci anni fa, quand’era ragazzo. Ecco perché Gesù – e vengo alla Parola del Vangelo – dice: Fate attenzione che il vostro cuore non si appesantisca.

Dovrei dire: questa festa a cui sono stato invitato mi alleggerisce o mi appesantisce? Questa vacanza a cui mi hanno invitato, è una vacanza che mi arricchisce o mi impoverisce? Questo amico che mi invita ad uscire con lui, è una persona che, all’atto in cui la lascio, io dico “sono cresciuto/sono cresciuta” oppure “mi ha derubato”? Aprite gli occhi, perché la vostra vita dipende da questo stato. Ho messo un titolo un po’ strano a questa nostra Preghiera, “Oggi è già domani”, cioè il domani non lo dovete aspettare. Quando verrà… quando sarò grande… quando me ne andrò da casa… quando mi laureerò… Oggi! Tu sarai domani come sei adesso. Tu diventerai quello che stai costruendo. Quello che stai facendo non è un fatto ozioso, ma riguarda il tuo futuro; questo riguarda le persone, questo riguarda le comunità parrocchiali, questo riguarda la Chiesa, questo riguarda la società, cioè come sarà la società domani? Lo vediamo già adesso, da quello di cui si discute, dalle cose che si pubblicano, dalle cose che si dicono, si cantano, dalle abitudini che si assumono. Ecco, facciamo un tracciato, una proiezione e sappiamo dove stiamo andando. Non voglio, ovviamente, tediarvi, stasera, e soprattutto non voglio incutervi timore, no, tutt’altro, ma mettervi davanti a quest’estate che è ancora - si dice con un termine fuori moda che a voi sembrerà nuovo – intonsa (un libro, quando è nuovo e non si è ancora aperto, non si sono ancora fatte le pieghe, si dice che è intonso). Quest’estate è intonsa, cioè non è toccata, sta ancora qui: dipende da te come sarà, non se conquisto quella ragazza, se vado in vacanza chic… Forse questa estate dipende anche se vado o no al Campo-Scuola (chissà…). Se continuo a seguire questi tracciati, se dico: “Vabbè, vado in vacanza: parroco, ci vediamo a settembre” e di qui fino a settembre a messa non torno più, ma ci tornerò, a settembre, in chiesa? Avrò l’opportunità di rientrare, di riprendere? O questo sarà il mio addio alla Chiesa? Pensateci un po’. Ho messo, apparentemente, molta carne a cuocere, ma in realtà è lo stesso motivo, cioè i giovani, e non solo loro, devono prendere in mano la loro vita e dire: questa è la mia vita, che ne voglio fare? Non dipende dai tuoi genitori, non dipende dal reddito, non dipende dal lavoro se c’è o non c’è: dipende dalle cose che cominci a fare adesso. Ciascuno di voi ha, in sé, già gli elementi essenziali dell’uomo che sarà, della donna che sarà, del professionista che sarà o del fallito che sarà: provate a pensarci un attimo. Maria Teresa ci fa un sottofondo che non sia funebre, perché “il Vescovo ci ha messo un terrore…”. Non la voglio vivere quest’estate! No, la devi vivere e la devi vivere con intelligenza: devi scegliere un libro da leggere, devi porre delle azioni che ti determinino, perché siamo una spugna. Di che cosa vogliamo che questa spugna sia imbevuta?

 

***

Anche stasera abbiamo invitato, non un cantautore, ma un gruppo di cantanti italiani. Conoscete - credo - già bene questo testo, “Domani”, che ha un suo fascino. Adesso lo ascoltiamo.

 

Domani

(Canzone per l’Abruzzo di autori vari)

 

Tra le nuvole e i sassi passano i sogni di tutti
passa il sole ogni giorno senza mai tardare.
Dove sarò domani?
Dove sarò?
Tra le nuvole e il mare c’è una stazione di posta
uno straccio di stella messa lì a consolare
sul sentiero infinito del maestrale
Day by day Day by day
hold me shine on me.
shine on me
Day by day save me shine on me
Ma domani, domani, domani, lo so
Lo so che si passa il confine,
E di nuovo la vita sembra fatta per te
e comincia domani
domani è già qui

Estraggo un foglio nella risma nascosto
scrivo e non riesco forse perché il sisma m’ha scosso

Ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi,
fa pensare a domani ma puoi farlo solo oggi

e la vita la vita si fa grande così
e comincia domani
Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare
con un pò di fortuna si può dimenticare.
Dove sarò domani? Dove sarò?
oh oh oh

Dove sarò domani?
che ne sarà dei miei sogni infranti, dei miei piani?
Dove sarò domani, tendimi le mani,
tendimi le mani!

Tra le nuvole e il mare si può andare e andare sulla scia delle navi di là del temporale
e qualche volta si vede una luce di prua
e qualcuno grida: Domani

Come l’aquila che vola
libera tra il cielo e i sassi siamo sempre diversi e siamo sempre gli stessi
hai fatto il massimo e il massimo non è bastato e non sapevi piangere e adesso
che hai imparato non bastano le lacrime ad impastare il calcestruzzo
eccoci qua cittadini d’Abruzzo
e aumentano d’intensità le lampadine
una frazione di
secondo prima della finee la tua mamma,
la tua patria da ricostruire,
comu le scole, le case e specialmente lu core
e puru nu postu cu facimu l’amore

non siamo così soli
a fare castelli in aria
non siamo così soli
sulla stessa barca
non siamo così soli
a fare castelli in aria
non siamo così soli
a stare bene in Italia
non siamo così soli
sulla stessa barca
non siamo così soli
a immaginare un nuovo giorno in Italia

Tra le nuvole e il mare si può andare, andare
Sulla scia delle navi di là dal temporale
Qualche volta si vede una luce di prua e qualcuno grida, domani
Non siamo così soli

Domani è già qui
Domani è già qui

Ma domani domani, domani lo so, lo so,
che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te e comincia domani
Tra le nuvole e il mare, si può fare e rifare
Con un pò di fortuna si può dimenticare
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani

E domani domani, domani lo so
Lo so che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani

Domani è già qui, domani è già qui.

 

Ci sono tanti miracoli che sono nati sulle macerie del terremoto: questo è un miracolo. Sapete come gli artisti sono gelosi dell’altro, l’uno parla male dell’altro, il cantante taldeitali fa pettegolezzi sul suo collega… Invece, per un miracolo, ma ce ne sono stati tanti altri, questi cantautori, cantanti d’ogni risma, si sono messi insieme una mattina e hanno registrato questa canzone che, già solo per questo motivo, ha un grandissimo valore; hanno abbattuto, magari, invidie, gelosie, antipatie, perché appartenevano a case discografiche, come si diceva una volta, diverse, e si sono messi insieme a dire: “Ma cantiamo una canzone insieme”. Adesso, al di là del successo che questo testo ha avuto, della divulgazione, della vendita finalizzata, ovviamente, ad un aiuto economico, già di per sé costituisce un miracolo. Il testo e la musica: un testo – magari, qualcuno lo apprezzerà in tutti i suoi aspetti - ma di tutto rispetto, con una forza ideale, a dire non solo agli abruzzesi “Domani è già qui”, stiamo mettendo le pietre per L’Aquila nuova che dovrà volare, case, istituzioni, convivenze, ma questo non riguarda solo l’Abruzzo, riguarda l’Italia. L’Italia si è sentita convocata, chiamata a costruire, a ricostruire. Quindi, come vedete, anche una forza ideale, a dire: non siamo così soli (si ripete più volte), una cosa che a voi sembra così chiara e, invece, tante persone, forse anche tra voi, si sentono isolate. Non siamo così soli: forse basta fare un sorriso, tendere una mano, ci sono tante altre persone sole che vogliono costruire con te e non ce la fanno da sole. Domani è già qui, si ripete più volte e poi c’è il verso che mi piace di più: Domani, domani si passa il confine che, ovviamente, ha bisogno di un po’ di immaginazione. Questo riguarda quelli che amano andare in montagna, che si alzano nella notte, o quelli che devono fare una spedizione, che hanno fatto un lungo cammino e sono giunti, finalmente, alla meta. Domani si passa il confine è una parola d’ordine che dovrebbe farvi fremere. Domani si passa il confine, cioè questo confine non è così lontano, la mia realizzazione, la mia felicità, il mio essere uomo, il mio essere donna, il mio essere cittadino, cristiano, è qui ad un passo da te e tu lo stai costruendo adesso. Il domani è posto nell’oggi, l’uomo è nel bambino, la prima elementare prepara il giorno della laurea; poi c’è un’altra immagine molto bella, quando dice di là del temporale si vede una luce di prua e qualcuno grida: domani, cioè è arrivato, è finito il temporale, è finito questo momento! Poi, c’è questa musica coinvolgente - voi avete fatto fatica a restare nei banchi, a non alzarvi come ad un concerto - cioè una serie di elementi si sono messi insieme per dare a questo testo una sorta di forza, tanto – utilizzo un termine grosso – da dargli la tonalità di inno nazionale, a dire: bisogna ricostruire. Mi chiedo: ma questo non vale anche per la nostra Chiesa?, per la nostra Diocesi? E, quindi, stiamo sempre a guardare di là dal temporale, se si vede qualche luce di prua e qualche giovane che dice: Domani! Abbiamo vinto! Siamo arrivati!

Ce ne vuole ancora, ma siamo qui per questo, cari amici, per avvertire una responsabilità gioiosa che ci fa mettere insieme, per preparare questo futuro che ci riguarda come Chiesa, come cittadini, come uomini, come donne. Allora, riascoltiamo il testo e ciascuno di voi, magari soprattutto quelli più scoraggiati (quelli che dicono “No, non cambierà niente, questa estate sarà senza direzione”), prendano qualche proposito, sulle note di questo inno che chiama, a dire “mettiamoci insieme, non siamo così soli”. Ponete qualche proposito per questa estate, per cambiare, ma attenti, prima che gli altri, prima che le cose fuori di te, te stesso, perché ogni rivoluzione - ricordatevi - parte dall’interno. Le rivoluzioni che si fanno solo fuori finiscono nel sangue, come ci insegna la storia, ma le rivoluzioni che nascono dall’interiorità sono quelle vere. Ecco, questa rivoluzione il vostro Vescovo stasera vi augura. Allora, riascoltiamo e ciascuno di voi dica: Forse posso dare anche il mio contributo e posso smettere di piangere. Qui dice: adesso abbiamo imparato anche a piangere, che è una dote soprattutto per i maschi. Allora, imparate a piangere perché le cose crollano in un attimo, ma adesso dobbiamo dare un volto a questa madre – dice - a questa terra che si chiama Abruzzo, ma si chiama anche Italia, si chiama anche Teano-Calvi, si chiama anche la tua parrocchia. Stasera ci rimettiamo in cammino per questa marcia, perché domani si passa il confine e quindi non posso non esserci.

 

Domani

 

Tra le nuvole e i sassi passano i sogni di tutti
passa il sole ogni giorno senza mai tardare.
Dove sarò domani?
Dove sarò?
Tra le nuvole e il mare c’è una stazione di posta
uno straccio di stella messa lì a consolare
sul sentiero infinito del maestrale
Day by day Day by day
hold me shine on me.
shine on me
Day by day save me shine on me
Ma domani, domani, domani, lo so
Lo so che si passa il confine,
E di nuovo la vita sembra fatta per te
e comincia domani
domani è già qui

Estraggo un foglio nella risma nascosto
scrivo e non riesco forse perché il sisma m’ha scosso

Ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi,
fa pensare a domani ma puoi farlo solo oggi

e la vita la vita si fa grande così
e comincia domani
Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare
con un pò di fortuna si può dimenticare.
Dove sarò domani? Dove sarò?
oh oh oh

Dove sarò domani?
che ne sarà dei miei sogni infranti, dei miei piani?
Dove sarò domani, tendimi le mani,
tendimi le mani!

Tra le nuvole e il mare si può andare e andare sulla scia delle navi di là del temporale
e qualche volta si vede una luce di prua
e qualcuno grida: Domani

Come l’aquila che vola
libera tra il cielo e i sassi siamo sempre diversi e siamo sempre gli stessi
hai fatto il massimo e il massimo non è bastato e non sapevi piangere e adesso
che hai imparato non bastano le lacrime ad impastare il calcestruzzo
eccoci qua cittadini d’Abruzzo
e aumentano d’intensità le lampadine
una frazione di
secondo prima della finee la tua mamma,
la tua patria da ricostruire,
comu le scole, le case e specialmente lu core
e puru nu postu cu facimu l’amore

non siamo così soli
a fare castelli in aria
non siamo così soli
sulla stessa barca
non siamo così soli
a fare castelli in aria
non siamo così soli
a stare bene in Italia
non siamo così soli
sulla stessa barca
non siamo così soli
a immaginare un nuovo giorno in Italia

Tra le nuvole e il mare si può andare, andare
Sulla scia delle navi di là dal temporale
Qualche volta si vede una luce di prua e qualcuno grida, domani
Non siamo così soli

Domani è già qui
Domani è già qui

Ma domani domani, domani lo so, lo so,
che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te e comincia domani
Tra le nuvole e il mare, si può fare e rifare
Con un pò di fortuna si può dimenticare
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani

E domani domani, domani lo so
Lo so che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani

Domani è già qui, domani è già qui.

 

Andiamo verso la conclusione. Domani è già qui: ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi  prepara questo domani e puoi farlo solo oggi, dice il testo. Spero che questa piccola lezione - utilizzo un altro termine difficile - vademecum per l’estate, cioè prontuario per l’estate, manuale delle Giovani Marmotte per l’estate (riferimento Scout), possa servirvi, a dire: Forse sto perdendo troppo tempo, forse posso fare cose più utili.

Non siamo così soli a fare castelli in aria: ci sono tante persone che sognano, che vorrebbero cambiare. Poi, attenti: nessuno di noi può pensare ad un domani migliore da solo. Questo ci mette insieme come amici, come parrocchie, come gruppi, come Chiesa, come umanità, cioè il bene di uno non può essere il male di un altro, ma il bene è sempre il bene comune e, quindi, bisogna incontrarsi. La Preghiera-Giovani serve anche a questo: bisogna far incontrare le forze vive, le forze giovani che ancora hanno uno scarto di idealità nella nostra Diocesi.

Alla fine, oltre al numero di Ghibli (ringraziamo il gruppo redattore che continua imperterrito) - anche Ghibli è una pietra (una vita che salvi, una pietra che poggi) per il futuro della nostra Diocesi - oltre a Ghibli, stasera, vi sarà dato anche un pieghevole con una dicitura un po’ strana “Estate contemplativa/i” (poi leggendo, capirete, perché quello che sembra un errore non è), dove ci sono degli appuntamenti per l’estate, in luoghi vari della nostra Diocesi. Vedrete che per alcuni bisognerà anche fare un tratto di strada a piedi. È voluto, nel senso che non possiamo avere tutto sottocasa o col motorino… Per qualche Incontro c’è da fare tre quarti d’ora di cammino, per uno mezz’ora, un quarto d’ora, anche per allenarvi e non solo per tenervi in forma, perché camminare è un fatto essenziale che stiamo perdendo e, quindi, troverete un diario di cose fino a settembre. Addirittura, ci sono anche tre serate per San Paride “by night” alle ore 22:00: che sarà? Don Tommaso dirà: Che ha in mente il Vescovo per questo San Paride “by night”? Tra le tante iniziative, visto che San Paride rimane fuori dell’ottica non solo dei teanesi, ma dell’intera Diocesi, il Vescovo si è inventato San Paride “by night” che non è la notte bianca a Teano, è un’altra cosa: solo un’ora per tre sere, un’ora dalle 22:00 alle 23:00, con tre cose diverse, ma lo troverete sul foglietto. Invece c’è l’AC che a proposito di Domani, di mettere i tasselli giusti, ci invita - adesso lo fa Chiara - alla festa conclusiva dell’anno: spot pubblicitario.

 

***

Consiglio anche a Chiara di fare le piccole passeggiate per raggiungere i luoghi. Tra l’altro, alcuni di questi luoghi non li conoscete: il secondo Incontro si farà sul bacino superiore di Presenzano dove, immagino, che quasi nessuno di voi sia stato. La nostra terra è bella, ma se non la conosciamo non la possiamo valorizzare, quindi avrete questo pieghevole. Adesso ci teniamo per mano perché “non siamo così soli”, perché non siamo gli unici a fare castelli in aria, non è solo il Vescovo che sogna questa Chiesa rinnovata. Diciamo insieme la preghiera che Gesù ci ha insegnato:

Padre nostro…

Prima di concludere con la benedizione, penso sia doveroso per noi un pensiero per Paride. L’ultima volta in cui ci siamo incontrati io vi ho detto: Pregate per questo vostro compagno che sta andando verso l’Eternità. Poi Paride è approdato effettivamente all’Eternità, all’età di vent’anni, e lo ricordiamo stasera, perché è stato qui, ha fatto parte della nostra comunità. Ne fa ancora parte. Uno di voi, uno di noi è già oltre il confine: Domani, domani si passa il confine.

 

Benedizione del Vescovo

 

Buona estate.

 

Canto: Vivere la vita 

 

***

Il testo, tratto direttamente dalla registrazione, non è stato rivisto dall’autore.