Freedom: Aquile o aquiloni?

Momenti dal Campo... 30 luglio 2009


Inserito il 1° Ottobre 2009

L'inizio di un nuovo giorno con un segno

Il segno della croce è un gesto che fa riferimento 
a parti del nostro corpo: la mente, il cuore, le spalle...
Dobbiamo cercare di mantenere salda la testa, la mente, perché ci siano pensieri giusti. 
Poi il cuore, la cosa più difficile da imbrigliare, 
che ci porta sempre, quasi sempre, per strade sbagliate 
e le spalle, come origine delle mani, delle braccia. 
Quindi il pensare, l'amare e l’agire. 
Questi sono i tre verbi del segno della croce per dire: 
aiutami a pensare bene, a pensare a Te; 
poi aiutami ad amare col Tuo cuore le cose, le persone, il tempo che mi dai, 
ma soprattutto aiutami ad agire bene, a porre delle azioni, 
perché i pensieri diventano affetti e quindi si trasformano in azioni, in gesti. 
Ecco perché ripetiamo questo gesto. 
Fatelo adagio, adagio...
È il gesto con cui si consacra una giornata: 
come sarà questa giornata? 

                                              
                           Campitello Matese, 30 Luglio 2009 - Preghiera mattutina 

Inserito il 2 Ottobre 2009

Tempo di... svendite?

Voi siete ricchi
e allora fate una dichiarazione dei redditi, 
ovviamente non fiscale, a dire: ma io cosa ho al momento? 
Innanzi tutto, avete la giovinezza che è una ricchezza enorme, 
poi l'intelligenza, la generosità...
Forse è interessante cominciare la giornata così: 
cosa sto vendendo e cosa sto svendendo? 
Molti di voi stanno già con il tempo delle svendite 
- Ormai ho già 25 anni! – 
e cominciano col ribasso... 
Fate un piccolo riassunto di quello che avete e che siete:
sto vendendo o sto svendendo?

                                              
                           Campitello Matese, 30 Luglio 2009 - Preghiera mattutina 

Inserito il 3 Ottobre 2009

Tu desideri e temi la libertà

La libertà è bella, ma è scomoda. 
La libertà è desiderata da tutti, ma all'atto in cui cominciamo a viverla, 
pone dei problemi, impone dei no, richiede un'autogestione, 
richiede una progettazione della vita non facile, uno sforzo, tanto che, 
a un certo punto, uno dice: “Ma sai che c'è di nuovo? Me ne torno nella schiavitù”, 
perché – attenti - la schiavitù sarà negativa quanto volete, ma è comoda. 
Perché voi state maturando nei miei confronti una sorta di avversione? 
Non solo per le scalate, ma perché io vengo a mettere il dito nella piaga: vi fa male. 
Nei confronti di chi ci conduce un po' fuori dalle nostre false sicurezze, 
noi nutriamo una sorta di astio...

                                              
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 5 Ottobre 2009

Le false certezze

Noi abbiamo bisogno d'essere riconosciuti 
e per essere riconosciuti dobbiamo entrare nella legge del branco: 
dobbiamo fare le stesse cose, perché questo ci dà sicurezza.
Ognuno di voi, all'atto in cui riceve i messaggini anche alle tre di notte, 
si sente riconosciuto dagli altri e quindi vivo, 
ma queste cose sono false!
Il tuo valore non dipende dalla tua maglietta, dalla tua capigliatura, 
dalle scarpe che calzi o dal fatto che molti ti osannano: 
il tuo valore dipende dalla tua unicità, cioè dalla tua libertà 
che fa a pugni con la voglia di stare nel branco. 
Quindi, tutti tranquilli, tutti belli, tutti riconosciuti, tutti biondi, tutti scattanti, 
tutti palestrati, tutti pasticcati, tanto siamo tutti uguali e va bene così. 
Ma questa è una falsa certezza, perché alla fine tu sei unico e irripetibile:
non è mai esistita una persona come te e non esisterà mai più. 

                                              
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 6 Ottobre 2009

Le vere incertezze

Il cammino della liberazione va dalle “false certezze” alle “vere incertezze”.
Perché “vere incertezze”? 
Perché sono vere, ma non sono sperimentabili. 
Ciò verso cui vi sto spingendo, ciò verso cui ci spinge la fede, una vita pensata, 
non è a portata di mano come la maglietta, come il ciondolo, come gli orecchini, 
come i capelli ossigenati: ecco perché il cammino di liberazione è difficile. 
E quando qualcuno tenta di superare le barriere delle false certezze, 
andando verso le vere incertezze, va incontro al fallimento di sentirsi mollato dagli altri...


                                              
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 7 Ottobre 2009

Il coraggio di non arrendersi

“E va be’! Stefano ormai sta dietro don Luca... 
Eh sì! Mariangela canta nel coro della parrocchia... 
Stani fa il sacrista di don Luigi e ne sa più lui che il cerimoniere del Papa!” 
Questo, ovviamente, non fa piacere ad un giovane che lo sente, 
perché noi vorremmo essere applauditi: 
“Bravo! Brava! Sei il migliore! Sei uno di noi!”.
E invece no, io devo avere il coraggio di essere diverso, perché sono unico. 
Tanti hanno cominciato a fare questo cammino, 
poi si sono voltati e hanno fatto marcia indietro: 
“No, ce ne torniamo all'albergo... 
No, non partiamo, non veniamo con voi, andate voi che siete pazzi, 
noi restiamo qui con le gambe incrociate a fumarci una bella sigaretta, 
perché follie come queste non ne abbiamo mai viste!”. 
Cari ragazzi, la libertà richiede coraggio...

                                              
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 9 Ottobre 2009

Crisi d'astinenza

All’atto in cui un singolo, un gruppo, un popolo, diventa libero, cominciano i problemi 
perché la “terra promessa” non è dietro l’angolo, bisogna conquistarla, è faticosa, 
mentre le soddisfazioni di ieri sono più immediate.
La libertà è scomoda per chi la porta e per chi la riceve, per cui si ha paura d’esser liberi. 
Se questo Campo vi fa capire questo, voi avete fatto un altro salto in avanti, 
perché vi rendete conto che quel senso di disagio che sentite all’inizio, 
quando cominciate a dire: 
“Basta, non se ne parla più: voglio abbandonare questo vizio”, 
è una crisi d’astinenza,
che è la stessa del drogato che decide, un bel giorno, 
di non sniffare più o di non pasticcarsi più:
comincia a star male perché il corpo si abitua al male 
e il bene è visto come una sorta di dolore...

                                              
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito l'11 Ottobre 2009

C'era una volta e c'è ancora oggi... Fuga dalla libertà

Vi racconto una leggenda...
San Paride arrivò a Teano dove tutti si divertivano. 
Ad un certo punto, si rese conto che questa felicità non era vera, 
perché i teanesi dovevano pagare un signorotto, 
un “drago” - dice la leggenda - che li teneva sottomessi: 
dovevano pagare fior di quattrini e anche offrire qualche bella ragazza 
per il passatempo di questo signorotto...
Allora san Paride vede i teanesi oppressi e li va a liberare,
intrufolandosi in una processione che portava in offerta una bellissima ragazza: 
Tranquillina era la vittima del giorno, sia che bisognava immolarla, 
sia che bisognava ricevere l’offerta della sua verginità prima del matrimonio... 
Questo accadeva ogni giorno! Per ogni matrimonio! Per ogni cosa che bisognava fare! 
San Paride è un prode pieno di entusiasmo e finalmente libera Teano, 
ma i teanesi gli si misero contro, 
perché erano più contenti di portare Tranquillina in pasto al "drago", 
perché la libertà è scomoda per chi la porta e per chi la riceve 
e si ha paura d’esser liberi.
Se tu vuoi vincere un vizio, di’ a te stesso “starò male”, 
metti in conto un disagio: è la paura della libertà. 
Per cui se io non veglio continuamente sulla mia libertà, 
finisco di nuovo nella bocca del "drago" 
che continua a divorarmi e a togliermi le energie migliori.

                                              
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 13 Ottobre 2009

E guerra sia

Chi vuole conservare la propria libertà deve combattere.
Noi non vogliamo la pace dei cimiteri, 
ma la pace frutto di un combattimento interiore, 
con sé, con i propri vizi, con i propri draghi, 
con i mostri che ogni tanto escono...
Gli antichi romani dicevano:
“Se vuoi la pace prepara la guerra”
e allora combatti per la tua libertà.

                                              
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 15 Ottobre 2009

Non esiste libertà senza legge. Dialoghi...

«Maestro, cosa devo fare per essere felice?»
«Osserva i Comandamenti»
«Ma allora sono importanti i Comandamenti?»
«Certo, sono importanti perché non esiste libertà senza legge. 
Sono dieci paletti che mantengono l’inferriata oltre la quale c’è un dirupo...»
«Mi posso sporgere oltre il parapetto?»
«Certo, sei libero! Ma muori»

                                     
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 16 Ottobre 2009

Origliando... il bene e il male

Ieri, mentre passavo, ho origliato un anziano che stava spiegando 
ad un ragazzino che stava fumando fuori all’albergo: 
“Ma tu lo sai che 5 sigarette al giorno tolgono 20 minuti di vita? 
E 20 minuti al giorno per 365 fanno...”. 
A dire - morale della favola - : 
Tu stai fumando e sei libero di farlo, ma sappi che ti fa male e ti toglie vita. 
Questa è una spiegazione molto semplice di:
“Una cosa non è male perché mi è proibita, ma mi è proibita perché è male. 
Un’altra non è bene perché mi è imposta, ma mi è imposta perché è bene.”
Ma cos'è? Un gioco di parole? 
No, significa che se una cosa ti è proibita, è perché ti faresti del male.
Dall’altro lato, il bene fa bene, cioè rende contenti, edifica, 
e dà uno slancio, uno sprint, mette le bollicine nel sangue, ti dà gioia.
Non esiste una cosa proibita dai dieci Comandamenti che possa farti bene. 
Se è indicata come male, ti farà male 
e ti toglierà la vita. 

                                     
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 18 Ottobre 2009

Non c'è libertà che nel bene

Io sono libero solo nel bene e quanto più sono nel peccato, tanto più sono schiavo. 
Per cui la libertà non è fare quello che uno vuole, ma è fare il bene. 
Questo rivoluziona il vostro modo di percepire la libertà...
“Faccio quello che ho in testa!” 
No, perché tu ti stai lanciando nel baratro e questi paletti che Dio ti aveva posto 
perché tu non morissi, perché tu non sperimentassi la tua povertà, 
adesso li hai saltati a pie’ pari pensando d’essere libero 
e precipiti nell’inutilità, nell’infelicità... 
Spero che di questo Campo vi rimanga anche solo questo slogan: 
Non esiste la libertà nel male. 
Le persone adulte che fanno il male, che giocano sulla vita degli altri, 
che hanno organizzato un impero succhiando il sangue agli altri, 
non sono manco uomini, perché la libertà, nel male, non c’è. 
Il male è come il dragone di san Paride: ti mangia; 
il bene ti edifica. 
Allora ci è data la libertà per scegliere il bene. 
E il bene è Dio.

                                     
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 20 Ottobre 2009

L’ultimo raggio di sole: la verità vi farà liberi

Quest’ultimo raggio di sole, prima che il sole si nasconda dietro il Monte Miletto, 
è una carezza di Dio per voi. 
Stasera celebriamo l’Eucaristia al centro della valle, 
come una perla al centro della conchiglia, 
in questa meravigliosa cattedrale che il Signore ci ha dato di abitare in questi giorni.
Godendo di questo momento, che è un momento magico del giorno, il tramonto, 
quando le cose, prima di scomparire, brillano,
chiediamo che questa frase 
- forse l’espressione più bella che si trovi nella Bibbia sulla libertà – 
ci si imprima nella mente:
«Se sarete fedeli alla mia Parola, diventerete miei discepoli,
conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

                                     
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

Inserito il 22 Ottobre 2009

Voglia di libertà ma... preferisco battere in ritirata

« ... È facile parlare ma il coraggio 
se non l'hai dentro non lo puoi trovare...
Se libertà vuol dire rinunciare a tutto ciò che offre la realtà
allora cara amica mi dispiace, 
mi spiace tanto ma io rimango qua a sopportare ancora la paura
di vivere ogni giorno tra le mura 
di questo mondo piccolo e banale
dove regna chi bara e chi non vale.
A volte servirà l'ipocrisia, a volte qualche piccola bugia
ma non si sta poi tanto male in questa fogna
se sai nascondere bene la vergogna».
                                                     (P. Bertoli)
Questa ballata è molto amara.
Racconta di un giovane che è deciso a cambiar vita, 
che vuole uscire dalla banalità, dalla volgarità, dall’ipocrisia 
e quindi prepara questa sua fuga verso la libertà: 
una fuga da questo mondo dove finiscono con l’avere titoli e posti 
quelli che non valgono. 
Ci si aspetterebbe un esodo felice da parte del protagonista 
e invece, alla fine, questo desiderio non riesce a realizzarlo, 
è frenato dalla realtà, dalle sue esigenze, da “fan tutti così” 
e amaramente conclude:
«Ma non si sta poi tanto male in questa fogna
se sai nascondere bene la vergogna».

                                     
                                                Campitello Matese, 30 Luglio 2009 

- Fine 3° giorno -

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