Freedom: Aquile o aquiloni?

Momenti dal Campo... 31 luglio 2009


Inserito il 25 Ottobre 2009

Ignazio

«Prendi, Signore, e accetta
tutta la mia libertà,
la mia memoria,
il mio intelletto,
la mia volontà,
tutto quanto ho e possiedo.
Tu me lo hai dato,
a Te, Signore, lo ridono. 
Tutto è Tuo,
disponine a Tuo piacimento.
Dammi solo il Tuo amore
e la Tua Grazia
perché questo solo mi basta»
                                     (S. Ignazio di Loyola)

Ignazio era un giovane ricco, un cavaliere del 1500 amante della gloria, 
delle dame, delle feste, delle spade, delle armature, 
come oggi voi siete amanti delle magliette e del night... 
Lui era amante dei cavalli e voi amanti delle moto: 
cambiano i nomi, ma ci si aggrappa alle stesse cose. 
Poi fu ferito a Pamplona e
poiché era immobilizzato, pensò di darsi alla lettura, 
ma non trovò romanzi che parlavano della gloria, delle battaglie, delle dame... 
“Abbiamo qui solo una vita di Cristo e un florilegio dei Santi”, si sentì dire 
e, probabilmente, arricciò il naso, 
ma in mancanza d’altro, si mise a leggere quei testi 
che cominciarono a penetrare in lui. 
Quel giovane ricco amante della gloria, dei cavalli, delle battaglie, delle dame, 
delle feste, diventò un alfiere di Cristo.

Sarà un caso che concludiamo il nostro Campo oggi, 31 luglio, 
Festa di Sant’Ignazio di Loyola? 
No. Non esiste il caso per chi crede.

                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 28 Ottobre 2009

Tiriamo le somme

Sulla libertà abbiamo detto alcune cose importanti, ma anche semplici e poche, 
perché la vita, cari giovani, si basa su poche idee fondamentali. 
Non pensate che i grandi geni, i grandi artisti, 
chissà quante idee abbiano per la testa. 
Ci sono una, due, tre idee fondamentali 
intorno a cui gira tutta l’esistenza. 
Ovviamente, l’arte di vivere ed essere felici si basa, si verifica e si vede 
sulla fondatezza di queste idee, perché anche voi avete delle idee per la testa, 
ma perlopiù sono così infondate, fatue, che non stanno né in cielo, né in terra... 
Per cui noi, a Campitello, stiamo scrivendo un’altra pagina che non serve solo a voi, 
ma anche agli altri, ai vostri figli, ai vostri amici
e di questa pagina adesso tiriamo le conclusioni. 
Cosa abbiamo detto finora?
La libertà non è la libertà di fare quello che voglio, ma è una “libertà da”: 
libertà dalle cose, dalle mie false certezze, dalle persone, da me stesso.
E a chi devo chiedere come devo andare avanti, se non a Colui che mi ha fatto? 
Ecco quindi il terzo gradino della libertà:
libertà in Lui, 
in una persona,
in Dio.


                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 30 Ottobre 2009

Il nostro inno: "La libertà di volare"

Il nostro inno dice: 
«Vivi, corri per qualcosa, corri per un motivo...». 
Se avessi dovuto correggere questo testo, avrei messo: 
«corri per Qualcuno».



                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 3 Novembre 2009

Il messaggio più terribile

Cosa significa libertà per? 
Significa che la libertà non può essere un balocco con cui io gioco,
mi trastullo, che guardo, che ammiro...
ma è essa stessa finalizzata a qualcosa di più. 
Alla fine, la libertà non è un porto a cui approdare 
dopo essermi liberato di, liberato da, liberato in, 
ma è una base di lancio, è una pista per decollare. 
L’aereo ad un certo punto deve innalzarsi paradossalmente 
proprio lontano dalla libertà, perché finché sta sulla pista di decollo, 
non parte, non raggiunge nessun luogo. 
Per cui la libertà conseguita a fatica 
– attenti che sto per dire una cosa importantissima per la vita – 
la libertà conseguita a prezzo così alto, 
dev’essere abbandonata.



                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 5 Novembre 2009

Scegliere subito per non morire

Io devo costruire un “grattacielo di cento piani”, 
ci devo mettere una bomba sotto e lo devo far esplodere. 
Ma questo i giovani non lo vogliono capire e allora che fanno? 
Si specchiano nella loro libertà e finiscono con l’innamorarsi della loro libertà: 
questo è il dramma dei giovani. 
Voi avete una grande potenzialità di vita, ma questa potenzialità 
– scusate l’espressione, ma rende l’idea – 
diventa una masturbazione di vita, 
perché voi con la vostra libertà vi masturbate. Che significa? 
Significa che non ci faccio niente! Dopo un piacere immediato, non nasce niente, 
né una relazione, né un figlio, né una casa, né una chiesa: niente! 
Gli uomini, oggi più di ieri, sono innamorati della loro libertà. 
E capite che se io sono innamorato della libertà, 
non sceglierò mai niente, neanche una ragazza per sposarmi. 
Sì, una ragazza la sceglierò, perché mi serve per andare alla festa, 
cioè mi serve qualcuno da mostrare, ma non da amare e da sposare. 
Da questa percezione, da questo vissuto di libertà, non nasce nessuna liberazione, 
anzi diventiamo più schiavi di tutti, 
perché gli innamorati della libertà non decidono mai...
Dicono: «No, è presto... poi si vedrà! ».
Si ha paura di sposarsi, perché si è innamorati della libertà 
e allora ciascuno di voi sta ad un bivio dove ci sono cento strade e non sceglie. 
E perché non sceglie? 
Perché sceglierne una significa rinunciare alle altre 99 e allora che fa? 
Per non rinunciare alle altre 99 non sceglie nessuna delle 100 vie 
e così voi diventerete vecchi, coi capelli bianchi e che vi cadono, e non sceglierete nulla. 
Finirete sepolti sotto la lapide della vostra libertà.


                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 6 Novembre 2009

Il gesto di un folle: libero per...

Lia si deve sposare, perché non può fare la fidanzata in eterno! 
Marta si deve sposare, presto! 
Ma i vostri genitori non vogliono che voi vi sposiate,
e forse non lo vogliamo neanche noi 
perché all’atto in cui mi sposo, io uccido la mia libertà. 
Ma questa uccisione – attenti - è un gesto di grande libertà,
cioè alla fine io costruisco, ritaglio, scolpisco la mia libertà 
tirandomi fuori da tutti i condizionamenti per quanto è possibile 
e, una volta fatta la statua, prendo il martello e... 
il Mosè di Michelangelo finisce in pezzi. 
A voi sembra il gesto di un folle: 
ma perché l’hai costruita, se dovevi demolirla? 
L’ho costruita per demolirla! 
L’ho costruita, perché questo è il mio aeroporto da cui prendere il volo per il cielo...


                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 14 Novembre 2009

Siete disposti a rinunciare, per qualcosa di grande, alla vostra libertà?

Io spero che qualche volta abbiate la libertà di 
prendere un diploma, una laurea, accendere un accendino e bruciarlo. 
Questo è un gesto di grande libertà, a dire: 
io ho sudato per questo pezzo di carta e adesso lo brucio. 
Ce l’avreste questo coraggio? 
Per questo siamo qui: per comprendere che nella vita 
c’è un momento di costruzione e poi un momento di demolizione 
di quello che abbiamo costruito, 
ma il momento di demolizione non è meno libero 
del momento di costruzione. 
Nel momento in cui rinunziamo a tutto quello che abbiamo messo da parte, 
al gruzzolo che abbiamo accantonato con tanti sacrifici, 
lo sperperiamo dandolo, 
perché il Bene è più importante dei soldi, della carriera, della ragazza avvenente,
perché il Bene è più importante dei beni.

                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 17 Novembre 2009

Se ne andò afflitto perché aveva molti beni

La libertà per un grande progetto, per una persona, per un ideale
è la massima espressione di libertà. 
Allora ho ricevuto questa vita, 
ci ho lavorato a lungo, sbozzandola, scolpendola, 
e poi ne faccio dono. 
Se tu non fai dono della tua vita a qualcuno, 
se tu non “vivi per”, 
se tu non sacrifichi per qualcuno, per qualcosa, la tua vita, 
resterai triste. 

                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 18 Novembre 2009

Aquile o aquiloni?

Mi sono chiesto guardandovi in questi giorni: 
Quanti di questi 177 resteranno chiusi nella loro libertà senza offrirla, 
senza sacrificarla, vittime della loro libertà? 
Diversi di voi finiranno in un gioco di specchi: 
vedo tanta gente, ma sono sempre e solo io che muoio di solitudine. 
Molti – spero – avranno il coraggio di uccidere la propria libertà 
con un colpo di coltello violento:
uccido la mia libertà e in questa uccisione io celebro la mia libertà 
e finalmente comincio a volare. 
Eccoci nel dramma di questo Campo, 
che è il dramma della vita. 
Allora è facile agitare i fazzoletti al concerto, 
cantando Freedom, ma vengo al dunque: aquile o aquiloni? 
Tutte e due le immagini sono belle, perché in qualche maniera riguardano il cielo, 
ma con una differenza enorme. 
L’aquilone è colorato, ma non volerà mai, 
perché c’è sempre un filo che lo tiene. 
L’aquila no. 
Se siete stati sulle Alpi, per vedere le aquile 
bisogna salire molto, molto in alto 
e solo di mattina presto o al tramonto 
si vedono volteggiare delle aquile libere! Senza filo! 
L’aquila è un uomo che ha lasciato la valle, la casa, le sicurezze, 
le ricchezze, la sua libertà come idolo e ha cominciato a salire, a salire e a salire, 
fino a nidificare laddove difficilmente l’uomo arriva, 
laddove si gode una vista straordinaria: una vista sul mondo.

                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 19 Novembre 2009

Il cielo

Dal modo in cui guardiamo il cielo c'è una concezione di vita: 
quante volte guardi in alto? 
Quando si è giovani, spesso, soprattutto di notte, di sera, si guardano le stelle. 
Poi non c'è più tempo, diventiamo grandi, abbiamo tante cose da fare, 
abbiamo il conto in banca, abbiamo gli interessi da difendere 
e allora le stelle restano a guardare, non sono più guardate. 
Ci auguriamo che questo Campo ti abbia riaperto il cielo, 
un cielo tutto da guardare e - non solo - da  raggiungere.

                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

Inserito il 20 Novembre 2009

I protagonisti

«Quanti amori conquistano il cielo
perle d'oro nell'immensità
qualcuna cadrà, qualcuna invece il tempo vincerà
finché avrà abbastanza stelle... il cielo...»

Cadono gli aquiloni, restano in cielo le aquile che di sera risplendono come stelle.
Sì, ci voglio credere nuovamente, 
voglio fare credito a Dio che mi chiama a volare, libero di volare.

                                     
                                                Campitello Matese, 31 Luglio 2009 

- Fine -

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