PREGHIERA-GIOVANI
guidata da
S.
E. REV. MA MONS. ARTURO
AIELLO
“Natale è un viaggio”
Cattedrale di Teano
Venerdì, 19 Dicembre 2008
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Prima di iniziare guardiamo il titolo di questa Preghiera: “Natale è un viaggio”. Sarebbe bene, all’inizio, mettere un punto interrogativo: “Natale è un viaggio?”. A detta del proverbio “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, sembrerebbe di no se dobbiamo stare raccolti intorno al camino, in famiglia. Ma è questo il Natale cristiano? Lo andremo a scoprire nel prosieguo della nostra Preghiera.
Viaggio nella vita
Avevo tanta voglia di viaggiare.
Tu mi dicesti vai ed io partii.
Son vivo dissi allora ad una donna,
a te amico mio pensaci tu.
RIT. Prendimi
per mano Dio mio,
guidami nel
mondo a modo tuo.
La strada è tanto lunga e tanto
dura,
però con
te nel cuor non ho paura.
Io sono ancora giovane Signore,
ma sono tanto vecchio dentro al cuore.
Le cose in cui credevo mi han deluso,
io cerco solo amore e libertà. RIT.
Un giorno mi han proposto un altro viaggio,
il cuore mi diceva non partire.
Quel giorno ero triste e me ne andai,
a strada per tornar non trovo più. RIT.
Per me vicina è ormai la grande sera,
il sole muore verso l’orizzonte.
Io sento che il tuo regno è più vicino,
son pronto per il viaggio mio con te. RIT.
Abbiamo iniziato con “Viaggio nella vita” che ci ha presentato alcune foto dell’esistenza, di una esistenza; la foto del bambino che nasce e la mamma che gli dice: “Pensaci tu, arrangiati adesso. Ti butto nel mondo”. Siamo stati gettati nel mondo il giorno del nostro Natale. Questo distacco dal grembo materno - è sempre un distacco per tutti - è stato un distacco tragico, terribile, doloroso. Seconda scena, seconda foto: un giovane è stanco di vivere (“Io sono ancora giovane, Signore, ma sono tanto vecchio dentro al cuore”). Ho 18 anni ma è come se ne avessi 80; ho 20 anni ma è come se ne avessi 70: è la situazione di tante persone che pensano di trovare immediatamente la felicità e invece la felicità non è dietro l’angolo e quindi cantano questa sorta di disfatta. Terza foto (la più terribile): quella di un tossicodipendente che in una sera – basta una sera per perdersi, ragazzi – in cui non aveva dove andare, ha imboccato una strada scura da cui non sa più tornare. L’ultima scena, che non vi riguarda ancora ma che vi riguarderà, è quella di un anziano, di un’anziana che ormai vede il sole al tramonto: è già passata una vita. Ma sia che io stia nascendo – e tutti stiamo nascendo in questo momento – sia che io sia giovane e stanco – e probabilmente lo siamo – sia che io sia un tossicodipendente (permettetemi di dirvi: lo siamo in qualche maniera! Non mi riferisco solo a quelli fra voi che fumano spinelli, ma a certe dipendenze che, in un modo e in un altro, ci legano, ci imbrigliano, certe catene da cui non riusciamo a liberarci) diciamo al Signore: “Prendimi per mano, tirami fuori da questa strada buia”. Sta per venire Natale, sta per scoccare anche il Natale 2008, forse non sono preparato e stasera vorrei utilizzare quest’ora di preghiera insieme con tanti giovani per riprendere la strada di casa, per riprendere questo viaggio. È per questo che ripetiamo il ritornello.
Prendimi per mano Dio mio,
guidami nel mondo a modo tuo.
La strada è tanto lunga e tanto dura,
però con te nel cuor non ho paura.
Ovviamente in questo incontro con
Gesù è
Dal vangelo di Matteo (1, 18-25)
18 Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre
Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme
si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, che era giusto e non
voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo
Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio
e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo
popolo dai suoi peccati". 22 Tutto questo
avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del
profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà
un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva
ordinato l`angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25 la quale, senza che egli la conoscesse, partorì
un figlio, che egli chiamò Gesù.
Dal vangelo di Luca (2, 1-20)
Dal vangelo di Matteo (2, 13-15)
13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati,
prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non
ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". 14
Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in
Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse
ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall`Egitto ho chiamato il mio figlio.
Avete già voi tirato le somme del comune denominatore dei vangeli
natalizi. Ne avremmo potuti proporre molti altri, tutti con lo stesso comune
denominatore: il viaggio. Nella prima scena abbiamo visto Giuseppe in un
momento di crisi; vede crescere il pancione di Maria e si chiede: “Ma questo
figlio, da dove viene?”. A differenza di quello che succede,
a volte, tra voi, Giuseppe era innocente. Quindi comincia un cammino, comincia
un tormento: la lascio?, non la lascio?, l’abbandono?,
la faccio lapidare? Aveva anche questa possibilità Giuseppe secondo la legge:
Maria non era stata ai patti, era promessa sposa e l’avrebbe tradito. Maria non
sa spiegarsi e come spiegare?, è venuto un angelo? E
Giuseppe non sa darsi ragione e quindi Maria e Giuseppe tormentati, non
riescono a dormire, perché il Natale non è facile, perché il Natale non è quello
delle scene dolci e romantiche. Il Natale è un tormento: il tormento di chi
vuol capire e per questo si mette a cercare. In questa ricerca c’è un angelo
che dice a Giuseppe: non temere, prendi pure Maria, assumila, difendila, perché
in lei avviene questa maternità secondo Dio. Immaginate questi due giovani,
benché Giuseppe sia sempre con questa barba bianca, anziano e “fuori concorso”:
no, era giovane anche lui, giovanissimo. Immaginate questi due giovani (Maria è
appena adolescente) che si mettono in cammino per capire: che sta succedendo
dentro di me?, dentro di te?, dentro di noi come
coppia?, che non saremo più una coppia normale, una coppia felice… Avevano
motivo per pensarlo sul piano umano.
Seconda scena (l’ascolteremo la notte di Natale nelle nostre
parrocchie): c’è un “grande” di questo mondo che decide di mettere in moto tutti gli abitanti del suo impero e questa cosa
riguarda anche
***
Ti ringraziamo, Signore, per questi tre doni natalizi che riceviamo
dalla Provvidenza: grazie perché noi abbiamo bisogno di immagini su cui
riposare lo sguardo, immagini che ci rappresentino la fede, la vita di Gesù Tuo
figlio; grazie per l’immagine della Crocifissione, per quella della
Deposizione, per la tavola della Resurrezione. Benedici i nostri occhi affinché
possano vedere oltre il visibile e da questi segni sentire che c’è un viaggio
da compiere nel cuore. Amen.
***
Se questo è un Natale per strada, un Natale in viaggio, allora bisogna
acquistare un biglietto per questo viaggio e stasera abbiamo la possibilità, gratuitamente,
di ricevere un biglietto per un viaggio da fiaba. Tu dove vorresti andare?, in Jamaica?, in Cile? Ecco: ognuno ha un sogno. Io per
esempio ho il sogno di andare a fare un viaggio in Norvegia: lo cullo da
tantissimi anni, non so neanche se mai potrò entrare nei fiordi con il battello
postale… Bene, non è vero “Natale con i tuoi”, ma “Natale per strada”, “Natale
in viaggio” e allora c’è un’agenzia che questa sera vi offrirà un biglietto
gratis per andare nelle zone più lontane, lì dove avete sognato sempre
d’andare.
Con te partirò
(Andrea
Bocelli)
Quando sono solo
sogno all'orizzonte
e mancan le parole
sì lo so che non c'è luce
in una stanza quando manca il sole
se non ci sei tu con me, con me
su le finestre
mostra a tutti il mio cuore
che hai acceso
chiudi dentro me
la luce che
hai incontrato per strada
con te partirò
paesi che non ho mai
veduto e vissuto con te
adesso sì li vivrò
con te partirò
su navi per mari
che io lo so
no no non esistono più
con te io li vivrò
quando sei lontana
sogno all'orizzonte
e mancan le parole
e io sì lo so che sei con me, con me
tu mia luna tu sei qui con me
mio sole tu sei qui con me, con me, con me, con me
con te partirò
paesi che non ho mai
veduto e vissuto con te
adesso sì li vivrò
con te partirò
su navi per mari
che io lo so
no no non esistono più
con te io li rivivrò
con te partirò
su navi per mari
che io lo so
no no non esistono più
con te io li rivivrò
con te partirò. . .
Eccovi un biglietto pronto per il viaggio: è il viaggio di questo Natale ma, a differenza di quello che hai pensato, quando io
ti ho detto “Adesso ti do un biglietto” e tu hai deciso dove andare, dove
sognare d’andare, la destinazione di questo viaggio non la decidi tu. È un
biglietto che ti viene dato e questo biglietto si
chiama “fede” e in questo momento liturgico si chiama “Fede nell’evento del
Natale del Signore”: tu con questo biglietto sali su un aereo senza sapere dove
andrai, ti imbarchi su un transatlantico che non sai dove ti porterà, sali su
un treno di cui non conosci la destinazione. Non è un giallo, ma una bellissima
fiaba. Come sempre cominciamo a fare una piccola analisi del testo: “Quando
sono solo sogno all'orizzonte / e mancan le parole /
sì lo so che non c'è luce / in una stanza quando manca
il sole / se non ci sei tu con me”. Noi siamo stati solo un sogno
all’orizzonte: è l’evento della nostra nascita ed è stato anche l’evento della
nascita del Signore, che ha voluto nascere come noi,
senza sconti (non dovete prestar fede a quelli che dicono: Maria ha generato
senza soffrire), è una nascita come le nostre per
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Questa musica un po’ nostalgica sembra dire: “Non partire”. Si chiama Recuerdos
de
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A volte un’emozione può essere trasmessa anche con la danza e questa
danza è preghiera. La ballerina che ha cominciato dall’altare è colei che
invita, quindi nel caso nostro è Gesù che viene a portar fuori – ricordate il
mito delle caverne? – questi uomini che ancora stanno a guardare le ombre e non
sanno cos’è il sole. Fuori c’è il sole. Quindi viene a portare fuori questo
popolo di perduti, di standardizzati, di ghettizzati dalle loro caverne: va per
prendere questo popolo, quest’uomo che sta nascosto nelle grotte e lo attira.
Ovviamente questo ha chiesto e chiede ancora oggi una dinamica d’amore. Perché
il Natale? Per amore! E l’amore genera amore. E allora chi va, poi attira e
alla fine questo gruppo (immagine dell’umanità) va dietro al Maestro e si
decide a partire. Cari fratelli, è questo Natale. Mi dispiace per Ungaretti,
per la poesia che io amo, dove dice: “Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo
di strade…”. Non è questo Natale: non è il Natale del focolare, non è il Natale
delle capriole di fumo, non è il Natale del pranzo, non è il Natale del “Tu
scendi dalle stelle” come esperienza intimistica, ma il Natale (Natale del
Signore) è una chiamata alla sequela e quindi la voglia di cominciare un
viaggio. È per questo che adesso ci mettiamo in piedi e con la nenia, dopo “Tu
scendi dalle stelle”, più conosciuta, “Astro del ciel”,
ci decidiamo a partire. Luce dona alle menti, infondi forza ai nostri cuori
perché siano all’altezza del compito che ci affidi e il compito è grande: è
diventare Dio. Dio si fa uomo (ce lo ricordano i padri
antichi) perché l’uomo torni a diventare Dio, creato a Sua immagine. Ma
l’immagine deturpata adesso deve essere restaurata e perché questo possa
accadere c’è bisogno di intraprendere un viaggio.
Astro del ciel
Astro del Ciel, pargol
divin,
Mite agnello, Redentor,
Tu che i vati da lungi sognar,
Tu che angeliche voci annunziar,
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor! (2)
Astro del Ciel, pargol
divin,
Mite agnello, Redentor,
Tu di stirpe regale decor,
Tu virgineo, mistico fior,
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor! (2)
Aiutaci, Signore, ad andare al di là delle forme, delle emozioni del Natale, per aderire al nucleo del messaggio. Rendici certi della Tua presenza di Salvatore, ancora oggi in mezzo a noi, e dacci una mano per uscire fuori dal nostro essere statue, per diventare uomini e donne. Infondi in noi la tua Grazia in questa celebrazione liturgica, perché ci innamoriamo di Te e iniziamo il santo viaggio. Come dice il salmista: “Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio”.
Astro del Ciel, pargol
divin,
Mite agnello, Redentor,
Tu disceso a scontare l'error,
Tu sol nato a parlare d'amor,
luce dona alle menti,
pace infondi nei cuor! (2)
Prima di concludere e darvi la benedizione, c’è l’appuntamento del mese di Gennaio, il 30. Per chi lo voglia, il 21 e il 22 Gennaio all’Auditorium, la nostra Diocesi organizza una “due-sere” alle ore 19:00 su Don Lorenzo Milani, un prete un po’ strano, un po’ rivoluzionario, un po’ scomodo, ma affascinante del Novecento della storia italiana. Ci sarà una sera in cui parla il Vescovo e la sera dopo ci sarà un attore che farà un monologo sui testi di Don Lorenzo Milani. “Buon Natale” dunque è “Buon viaggio”. Spero che tanti di voi, il mese prossimo, non ci siano: “Non vedo Pasquale, Nicola, Antonietta”. “Sono partiti, Eccellenza!”(non con la testa, eh?), cioè hanno preso sul serio il Natale e hanno iniziato un viaggio, il viaggio della vita, il viaggio che è Natale. Ci teniamo per mano e diciamo insieme:
Padre nostro…
Benedizione del Vescovo
Concludiamo con “Con te partirò” con la coreografia. Alla fine ci sono 300 piccoli presepi pronti, ma attenti, saranno serviti innanzi tutto ai giovani. In fondo alla Chiesa alcuni sacerdoti ve li daranno, perché ognuno nella sua stanza deve avere un presepe. Poi se dovessero rimanere, allora ce ne sono anche per gli adulti: diamo la precedenza ai giovani.
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Grazie ai giovani della Parrocchia di Ponte Persica; grazie a Don Gennaro che è il loro coreografo, oltre che il loro parroco. Buon viaggio! Buon Natale!
Il testo, tratto direttamente dalla
registrazione, non è stato rivisto dall’autore.