PREGHIERA-GIOVANI
guidata da
S.
E. MONS. ARTURO AIELLO
“C’è un ostacolo insormontabile?
Danza, danza!”
Cattedrale di Teano
Giovedì, 20 Novembre
2008
~ ~ ~
Alzati e risplendi
1. Alzati e risplendi ecco la tua luce
è su te la gloria del Signor. (2 v.)
Volgi i tuoi occhi e guarda lontano,
che il tuo cuore palpiti di allegria.
Ecco i tuoi figli che vengono a te,
le tue figlie danzano di gioia.
Rit.
Gerusalem, Gerusalem
spogliati della tua tristezza.
Gerusalem, Gerusalem
canta e danza al tuo Signor.
2. Marceranno i popoli alla tua luce,
ed i re vedranno il tuo splendor. (2 v.)
Stuoli di cammelli ti invaderanno
tesori dal mare affluiranno a te.
Verranno da Efa, da Saba e
da Kedar,
per lodare il nome del Signor. Rit.
3. Figli di stranieri
costruiranno le tue mura
ed i loro re verranno a te. (2 volte)
Io farò di te una fonte di gioia,
tu sarai chiamata: "Città del Signore".
Il dolore e il lutto finiranno
sarai la mia gloria tra le genti. Rit.
Nel nome del Padre…
Iniziamo la nostra Preghiera raccogliendo questo invito: “Spogliati della tua tristezza, indossa un abito di gioia, canta e danza al tuo Signore”. Verrà un giorno in cui saremo più liberi anche di danzare. Per oggi basta che impariamo a cantare. Perché “danza e canta al tuo Signore”? Vi consegno proprio all’inizio una bellissima frase di Heidegger, un grande filosofo del Novecento, ateo, che diceva (perché era alla ricerca di Dio come tutti i filosofi): “Sarebbe bello avere un Dio davanti al quale danzare”. Noi questo Dio ce l’abbiamo, un Dio davanti al quale danzare: “Canta e danza”. Anche se non ci muoveremo, questa nostra Preghiera è un canto a Dio e anche una danza. Perché “canto e danza”? Perché si comincia a cantare ed istintivamente, anche voi che siete nei banchi, finite col portare il tempo con il piede o dare un movimento fisico a quello che stiamo dicendo. Anche il semplice respiro (quando si canta si respira diversamente) è come se assumesse un ritmo che è il ritmo del canto. “Canta e danza” significa mettersi pienamente in preghiera, non solo con la mente. Alcuni pensano che la preghiera sia un fatto cervellotico, cerebrale, invece è un fatto che investe tutta la persona. E così vogliamo incontrare Gesù stasera, dedicando a Lui il nostro canto e la danza della nostra vita. Ci fermiamo un attimo perché ciascuno di voi acciuffi se stesso, dalle distrazioni della settimana o di qualche istante fa, per dire: “Sto davanti al Re: devo cantare e danzare per Lui”.
***
Ti ringraziamo, Signore Gesù, perché ci hai chiamati, perché hai chiamato ciascuno di noi per nome a questo appuntamento, perché tu sai chi siamo più di quanto noi stessi non ne abbiamo percezione e conosci i tesori che si nascondono nel nostro cuore: aprici alla Tua Parola e a ciò che Tu hai preparato per noi stasera. Grazie perché ci hai chiamati e grazie perché ci hai dato la forza di giungere fin qui, magari superando anche qualche difficoltà. Siamo qui per ascoltarti.
***
Dal libro dell’Apocalisse di San Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono
un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno,
sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che
proclamava a gran voce: "Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i
sigilli?". Ma
nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il
libro e di leggerlo. Io piangevo molto perché non si
trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. Uno dei vegliardi mi disse:
"Non piangere più; ecco, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il
Germoglio di Davide; egli dunque aprirà il libro e i suoi sette sigilli". Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro
esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna
e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. E l`Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che
era seduto sul trono. E quando l`ebbe
preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti
all`Agnello, avendo ciascuno un`arpa
e coppe d`oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
e li
hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».
Probabilmente, i giovani non
hanno grande dimestichezza con il Libro dell’Apocalisse che è di una
fantasmagoria di colori, di simboli, unica nella Bibbia. È uno degli ultimi
testi della Sacra Scrittura: è un Libro Profetico. Ho preso questo testo perché
è il testo della Prima Lettura di oggi, quindi è il “pane” per questa giornata.
Ho pensato che potesse essere un pane croccante anche per voi giovani. Cercherò
di aiutarvi brevemente nella immissione di senso. Ovviamente l’Apocalisse, se uno la legge così non comprende nulla, proprio perché, più
di altri testi, ha mille ammiccamenti, mille simboli. Se mettete insieme le
scene, così come vengono descritte, ne avete un senso
di disagio perché sono immagini (pensate alle sette corna, alle sette teste...)
che quasi appartengono alle immagini dei film di fantascienza. Qual è la
situazione che l’autore sta descrivendo? (L’Apocalisse
è come se fosse una grande visione). Vede un libro. Ovviamente i libri allora
non c’erano: c’erano i rotoli che erano delle pergamene arrotolate. Vede questa
pergamena, questo rotolo - dice il testo - “scritto dall’una e dall’altra
parte”, a dire “completezza”: è un testo completo. Vede che questo libro,
questo rotolo ha sette sigilli che bisogna sciogliere per aprirlo e per
leggerlo. La percezione che egli ne ha (l’autore è anche colui davanti al quale
si dipana questa visione, che è come un film) è che in questo libro ci sono i
segreti del mondo, c’è il senso della storia, c’è la chiave per capire quello
che sta succedendo (sono tempi difficili per
Cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
e li
hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».
Ripetiamo insieme il canto nuovo
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
e li
hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».
Solo le donne, ripetete:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
e li
hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».
Gli uomini
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
e li
hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».
Immagino, a questo punto, una
sorta di disagio, perché da un lato c’è questo messaggio così bello, come se al
centro di un temporale si squarcia il cielo e tu vedi
azzurro. Effettivamente Gesù ha vinto, Gesù ha aperto, Gesù tiene in mano il
rotolo della mia vita e Lui sa più di me. Effettivamente Lui ha l’autorità di
aprire questi sigilli e ogni sigillo che si apre è sangue che scorre dal Suo
Corpo perché, mentre tiene il rotolo, è Lui,
Danza danza
di De Crescenzo
Dietro un velo che ci nasconde
più di un muro che ci separa
nel silenzio di una candela
c’è l’amore che è un punto chiaro
cosa fai se aspetti domani
sei morto e nemmeno lo sai
Sotto il sole di questa vita
nell’orgoglio non c’è riparo
dietro maschere di cartone
siamo vecchi e non siamo nati
e se c’è un fuoco che brucia in te
è il tuo pensiero e nessuno mai lo fermerà
e se c’è grano germoglierà
come il mattino da una notte nera nascerà
Danza danza pioverà, danza danza con me
Danza danza pioverà, danza danza
con me
Lo sciamano cattura il vento
con le grida della sua gente
con la sfida del suo dolore
può bagnare perfino il sole
cosa fai se aspetti domani
sei morto e nemmeno lo sai, nemmeno lo sai
e se c’è grano germoglierà
come il mattino da una notte nera nascerà
Danza danza pioverà, danza danza
con me
Danza danza pioverà, danza danza
con me
Non ti fermare mai, non ti fermare
Danza danza pioverà, danza danza
con me,con me, con me
Danza danza pioverà
danza danza con me,con me, con me
Danza danza pioverà
danza danza con me,con me, con me
Danza danza, Danza danza
Danza danza, Danza danza
È difficile non farsi contagiare
da questo invito alla danza, ma cerchiamo di leggere il testo con attenzione,
prima di venire all’invito alla danza. “Dietro un velo che ci
nasconde, più di un muro che ci separa”: tra quello che vediamo e quello che
non vediamo c’è un velo; tra la realtà visibile dei giovani che affollano
Danza danza
di De Crescenzo
Dietro un velo che ci nasconde
più di un muro che ci separa
nel silenzio di una candela
c’è l’amore che è un punto chiaro
cosa fai se aspetti domani
sei morto e nemmeno lo sai
Sotto il sole di questa vita
nell’orgoglio non c’è riparo
dietro maschere di cartone
siamo vecchi e non siamo nati
e se c’è un fuoco che brucia in te
è il tuo pensiero e nessuno mai lo fermerà
e se c’è grano germoglierà
come il mattino da una notte nera nascerà
Danza danza pioverà, danza danza con me
Danza danza pioverà, danza danza
con me
Lo sciamano cattura il vento
con le grida della sua gente
con la sfida del suo dolore
può bagnare perfino il sole
cosa fai se aspetti domani
sei morto e nemmeno lo sai, nemmeno lo sai
e se c’è grano germoglierà
come il mattino da una notte nera nascerà
Danza danza pioverà, danza danza
con me
Danza danza pioverà, danza danza
con me
Non ti fermare mai, non ti fermare
Danza danza pioverà, danza danza
con me,con me, con me
Danza danza pioverà
danza danza con me,con me, con me
Danza danza pioverà
danza danza con me,con me, con me
Danza danza, Danza danza
Danza danza, Danza danza
La seconda strofa è quella
centrale e dà il senso a questo “Danza, danza”: è quella dello sciamano. Chi è
lo sciamano? Lo sciamano è, come sapete, il sacerdote di una tribù. “Lo sciamano cattura il vento con le grida
della sua gente”: c’è questa liturgia in atto. Ovviamente ci troviamo in un
paese caldo e non piove da tanto tempo, quindi ci sono queste grosse ferite
nella terra che dicono “sofferenza” del terreno: ci vuole acqua e allora
comincia questa liturgia. Il sacerdote è questo sciamano che comincia a gridare
a Dio perché gli mandi l’acqua. Dice il testo: “Cattura il vento con le grida della sua gente”. È possibile
catturare il vento? No. Sì! Perché nella preghiera quello che è impossibile
diventa possibile, quindi è impossibile catturare il vento, ma lo sciamano ci
riesce, con la fede di queste persone che con lui si mettono a invocare la
pioggia, cominciando la “danza della pioggia”. Il verso più bello è “con la sfida del suo dolore può bagnare
perfino il sole”: bellissimo questo verso. “Con la sfida del suo dolore
può bagnare perfino il sole”, cioè questo sciamano è addolorato per la sua
gente, magari i bambini staranno morendo di inedia, perché non c’è acqua,
quindi questo villaggio, questa tribù sta per essere decimata; alcuni sono già
morti e lo sciamano, come i sacerdoti delle nostre parrocchie, portano sulle
spalle, nel cuore, i drammi di tutti, quindi diventa il rappresentante di
questa piccola comunità di naufraghi. “Con
la sfida del suo dolore può bagnare perfino il sole”: si può bagnare il
sole? No. Sì, nella preghiera. Con la
sfida del suo dolore può bagnare perfino il sole perché è convinto che
questa gente deve salvarsi, che l’acqua deve scendere. Allora
comincia questa danza forsennata, che pian piano contagia tutta la tribù e dice
De Crescenzo: “Non ti fermare mai!”, cioè “Danza!” anche se diranno: “È pazzo!”.
Uno che danzi così nel centro di una piazza è pazzo. Invece quest’uomo, a nome della comunità, sta chiedendo qualcosa che deve
nascere: deve piovere. Danza, danza: pioverà! Il vostro Vescovo danza, nel
senso che sta facendo una “danza della pioggia” (una pioggia della Grazia, ben
inteso!). Adesso non mi date la colpa se uscite fuori e piove: “Il Vescovo
porta scarogna!”. No, il Vescovo sta danzando da due anni e un po’ di mesi a
questa parte. Piove o non piove? Pioverà, pioverà! Capite che se si
scoraggiasse, se si ritirasse (“No, non c’è niente da fare…”), sarebbe la fine
per voi, per lui. Deve danzare con una forza, con una determinatezza, con una
follia… (“Il Vescovo sta ancora a danzare? È proprio impazzito!”). I vostri
parroci danzano, li avete visti danzare appena domenica scorsa, sperando che siate andati a Messa (non me lo dite che non ci siete
andati). Andate a Messa per veder danzare il vostro parroco sull’altare (la
liturgia è una danza): ma non si stanca questo parroco
di dire sempre le stesse cose, di fare sempre gli stessi gesti? No, sta lì come lo sciamano – spero non si offendano i sacerdoti: è
una bellissima immagine – come questo sacerdote della tribù che dice: “Oggi
sono venuti in pochi ma la prossima domenica…”. Sono anni (anni!) che i
vostri parroci si dicono questo ogni domenica sera:
“Sì, oggi è andata male, ma domenica prossima… Adesso che cominciamo l’Avvento…
Vedrete!” e si gasano per fortuna, perché se non si gasassero più, avremmo le
chiese chiuse. I vostri genitori danzano, voi non ve ne accorgete. Tutte le
persone che in qualche maniera fanno qualcosa di buono nella vita, per la
società, per
***
Ti ringraziamo, Signore, per
questa Parola forte. Ti chiediamo perdono per i tempi, le stagioni in cui non
abbiamo danzato e se le cose non vanno bene nel mondo, è perché ci sono pochi
che danzano chiedendoti l’impossibile che Tu rendi possibile. Grazie per averci
convocato e averci dato l’intonazione della danza che dev’essere
la nostra vita. Aiutaci ad immedesimarci nella musica, perché il danzatore non dev’essere altro dalla musica che danza. Fa’ che tra noi e
Padre nostro…
***
Trovate sul foglietto la data del prossimo incontro, la data anche di “In punta di piedi” per gli adulti e anche la data dell’Incontro-Giovani, della Festa Giovani che si terrà in Auditorium, festa dell’adesione e della “passione” dell’Azione Cattolica. Stasera vi sarà fatto anche un dono che vi dovrebbe un po’ far sognare: uscendo riceverete in dono delle caldarroste, che stanno preparando, in modo tale che i rigori dell’inverno non abbiano a scoraggiarvi. È un simbolo, qualcosa di caldo che ci dice: “Sì, fa freddo, però posso sognare”. E i sogni grandi sono fatti di cose semplici. A volte i giovani cercano cose eclatanti. La caldarrosta che riceverete (non una sola, 4 o 5 credo a testa), le caldarroste che riceverete vogliono essere questo sentire il calore, perché bisogna custodire, coltivare i sogni che sono piccoli e poi diventano grandi: è uno che danza e poi si danza in tanti. Quindi vi ho offerto anche questo piccolo segno di maternità e di paternità.
Benedizione del Vescovo
C’è anche il secondo numero di Ghibli e poiché c’è pioggia, c’è anche un vento e spero che questo vento del Ghibli vi prenda pienamente. Chiudiamo con il canto: c’è un cantico nuovo – diceva il testo di Apocalisse – adesso questo cantico è l’Alleluia.
Cantate al Signore
Alleluia!
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Alleluia!
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Cantate al Signore un cantico nuovo,
tutta la terra canti al Signore.
Per tutta la terra s'è accesa una luce,
uomini nuovi cantano in cor:
un cantico nuovo di gioia infinita,
un canto d'amore a Dio fra noi.
Alleluia!
Un coro di voci s'innalza al Signore,
Re della vita, luce del mondo.
Discende dal Cielo un fuoco d'amore,
il Paradiso canta con noi:
un cantico nuovo di gioia infinita
un canto d'amore a Dio fra noi.
Alleluia!
Buona serata e buona danza! Le caldarroste vi aspettano.
Il testo, tratto direttamente dalla
registrazione, non è stato rivisto dall’autore.