PREGHIERA GIOVANI

 

QUANDO LA SETE SCAVA UN POZZO”

 

RIFLESSIONI DI S. E. MONS. ARTURO AIELLO

 

Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi

 

Cattedrale di Teano

 

Venerdì, 29 Febbraio 2008

 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen

 

Canto: Acqua viva

 

Siamo qui e inizio col dire: questa preghiera stasera è vietata a coloro che non hanno desideri, è vietata ai minori di, cioè a coloro che non hanno sete. Quindi fuori tutti quelli senza desideri, fuori tutti quelli che non hanno sete, fuori tutti quelli che si sentono a posto, pieni, sazi, che non hanno nulla da rimproverarsi. Lascio qualche istante perché queste persone possano lasciare la Cattedrale. La preghiera non è per voi se siete in questa condizione di pienezza. Se, invece, avete sete e siete rosi e presi da grandi desideri, restate, c'è qualcosa per voi. 

Ci fermiamo un attimo e ciascuno di noi legga dentro di sé: ho questi desideri, ho questa sete. C'è qualcosa di insaziabile che rimane anche quando mi sembra di aver raggiunto un obiettivo?

 

Sottofondo musicale

Ripetiamo la prima e la seconda strofa.

 

Chi berrà la mia acqua

non avrà più sete in eterno

e quest'acqua sarà per lui

fonte di vita per l'eternità.

 

Affannati e stanchi,

voi oppressi e poveri venite,

attingete con gioia a Lui

alla sorgente di felicità.

 

Ci sediamo. Adesso creiamo le condizioni dell'ascolto della Parola di Dio, che è non solo fare silenzio fuori ma anche dentro. Evitare anche il rumore del foglietto che avete in mano, in modo tale che gli occhi, il cuore, la mente, i sensi siano rivolti al luogo dove viene proclamata la Parola, il trono della Parola.

Ascoltiamo da Carmen il Vangelo che avete già ascoltato Domenica scorsa e che riprendiamo stasera nella nostra preghiera.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: "Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: "Io non ho marito". Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo.

 

Ho colto con piacere la qualità del silenzio con cui avete ascoltato questo brano del Vangelo di Giovanni, di capitale importanza. Dovete sapere che le Letture che stiamo facendo quest'anno in Quaresima, sono le stesse che si facevano nei primi secoli della Chiesa durante la Quaresima e costituivano un cammino per coloro che sarebbero stati battezzati la Notte di Pasqua nella Veglia. Quindi è un ciclo pensato, non sono Letture messe lì una dietro l'altra senza senso, c'è una pedagogia, un cammino e Domenica scorsa, e quindi anche questa settimana, e non ci smentiamo, era ed è la Domenica, la settimana dell'acqua.

 

Partiamo da questo desiderio di bere. Voi sapete che si può a lungo, relativamente a lungo, stare senza mangiare, ma l'acqua è importante. Sapete anche che dell'acqua è composto per lo più il nostro corpo. H2O è la componente essenziale del nostro corpo che per tre quarti è liquida. Quindi il corpo ha bisogno di assumere liquidi, è un presupposto di esistenza, per cui la sete, la sete d'acqua, diventa l'emblema di ogni bisogno, di ogni sogno, di ogni desiderio. Potremmo dire che tutti i bisogni, tutti i desideri in qualche maniera sono una sete. C'è sete d'acqua, sete di pane, sete di amicizia, sete di comunione, sete di cultura, sete d'affetto, sete anche, non dobbiamo (come dire) nascondere, fa parte della nostra vita, sete sessuale, sete di avere dei genitori, sete di avere dei figli, sete. La sete nella vita è una foresta fatta di tanti alberi, ed è proprio su questa sete, su questo desiderio che ci fa star male quando non riusciamo a trovare l'acqua adatta, perché per ogni sete c'è l'acqua; non è vero, come dice il proverbio napoletano, che ogni acqua toglie la sete, non è vero. Perché ci sono anche seti specifiche. Cos'è una sete specifica? È la sete di un liquido particolare e non posso dire: non hanno pane, mangino brioches. Mi spiego? Conoscete la battuta, almeno dovreste conoscerla, della Regina di Francia. Cioè per ogni desiderio, per ogni sete c'è la sua acqua. Questo testo di Giovanni è pervaso da uno scorrere di acque. Gesù ha sete, la donna ha sete, ha avuto sete di tanti uomini e probabilmente, anzi certamente tanti uomini hanno avuto sete di lei. C'è una sete di Dio che questa donna manifesta quando chiede a Gesù: "Ma insomma qual è la Chiesa giusta, da che parte bisogna andare, perché non vi mettete d'accordo?". Come vedete i problemi di ieri sono anche quelli di oggi. C'è una sete di felicità in questa donna che inizialmente saremmo portati a giudicare negativamente e che tanti predicatori dal pulpito, forse, Domenica scorsa hanno condannato come se si trattasse di una prostituta, e che invece vorrei, alla fine di questa nostra preghiera, che diventasse una sorta di maestra, ovviamente con i relativi distinguo, ma una maestra, perché se l'evangelista Giovanni ci pone questo dialogo tra Gesù e la samaritana, intende dire di più, intende parlare della Chiesa, intende parlare dell'umanità e ha sentito che nel dialogo, che c'è stato tra Gesù e questa donna, c'è riassunto il mistero della vita umana e del perché Dio sia venuto qui a darci da bere.

 

Come vi dicevo all'inizio dobbiamo confessare però d'aver sete, allora io per primo confesso d'aver sete. Hai sete? Ho sete. È importante che come la volta scorsa, quindici giorni fa ho detto: confessiamo le nostre paure, e so che questa parola ha creato un po' di discussione negli incontri zonali e poi anche dopo la preghiera tra di voi. Forse le paure vanno condivise, così stasera dico: dobbiamo avere il coraggio di dirci che abbiamo sete, che abbiamo sete di tante cose. Queste seti che abbiamo normalmente sono state giudicate negativamente e cioè: Devi nascondere questa sete, devi fare un fioretto e non devi bere, devi non dire tutte le seti che hai, per alcune trova un modo sotterraneo di esaudimento, di alcune acque non bisogna parlare, addirittura ci sono stati nella storia, ma anche oggi, dei movimenti tesi ad annullare la sete. Nella fiaba del Piccolo Principe, che vi ho citato tante volte, che forse magari quest'estate potremo leggerci parola per parola, che è un trattato, a un certo punto l'autore immagina che il Piccolo Principe s'imbatta in un signore che ha inventato delle pillole per estinguere la sete e si meraviglia il Piccolo Principe che questo scienziato abbia inventato questa cosa fenomenale. Assumendo queste pillole, non si sente più il bisogno di bere, e dice: "Perché hai inventato questa pillola?". Perché per bere uno impiega del tempo: apri il frigorifero, prendi il bicchiere, versa l'acqua, oppure se non c'è l'acqua vai al bar, vai alla fontana, se stai in montagna, (magari qui ci saranno degli scout) arriva fino alla sorgente… Tutto tempo guadagnato, e questo scienziato ha fatto anche i calcoli, perché ogni settimana si guadagnano non so quanti minuti o addirittura delle ore, e alla fine questo bambino, che è poi un maestro, dice: "Se io avessi tutto questo tempo che tu mi vuoi far risparmiare, camminerei adagio adagio verso una fontana", a dire che la sete non bisogna nasconderla e non bisogna estinguerla, perché nella sete c'è qualcosa di più bello. Sì, io ho sete, magari quelli fra voi che non hanno ancora una ragazza, un ragazzo, non vedono l'ora di averne uno, anche questa è una sete, ma perché non scavi dentro questa sete? O anche tu che hai sete di amicizia, perché pensi che i tuoi amici ti abbiano tradito o che l'amicizia non esista, perché non scavi in questo bisogno, in questa sete? Sto per dirvi una cosa importantissima, attenti. A fondo di ogni sete c'è sete di Dio. Una cosa importantissima! Se almeno il 20% di voi comprende questo messaggio avrà una svolta nella vita positiva, una svolta di felicità: tutte le seti hanno a fondo desiderio di Dio. Anche le seti brutte? Anche le seti brutte. Anche desideri che non riesco a confessare? Anche quelli. Scava. Se hai la forza di scavare tu troverai una fonte. Ecco l'aspetto più bello di questo Vangelo: Gesù scava nella sete della donna, che è sete d'acqua, non verrai più ad attingerne, ti darò acqua viva,  che è sete di comunione, perché ha avuto cinque uomini, adesso convive con un sesto che non è il marito. Questa donna ha sete di felicità e Gesù, da buon pedagogo, da buon maestro, l'aiuta a scavare.

 

Quelli fra voi che hanno avuto qualche rudimento di filosofia all'inizio si sono imbattuti in questo signore così strano, che si chiama Socrate, di cui noi direttamente non sappiamo nulla se non attraverso un suo discepolo che ha scritto i Dialoghi, e come sapete si chiamava Platone. Qual era l'arte di Socrate secondo Platone? Era l'arte della, imparate questo termine difficile, maieutica, cioè l'arte di far partorire le menti, di metterle in moto. Ecco, Gesù in questo dialogo con la Samaritana vuol far partorire questa donna, che non è incinta di un bambino avuto da una di queste relazioni, ma è incinta di se stessa, è incinta della sua felicità, la cerca fuori di sé, e Gesù piano piano con piccoli accorgimenti, con piccole domande, come io pedantemente sto facendo in questo momento con voi, cerca di dire: “Ma guarda bene, ma sei sicura? Sei sicura che tutti gli uomini siano così? Sei sicura che non ci sia un'acqua che disseti per sempre? Sei sicura che bisogna venire qui ogni giorno ad attingere?”.  A fondo la donna scopre che ha sete proprio di quell'Uomo e non con gli intenti con cui ha avvicinato gli altri uomini della sua vita. Questo è diverso. Questo, come scopriremo alla fine, è un Uomo innamorato della vita.

Ci fermiamo qui per ora. E allora macinate in mente questa frase, anche questo è un buon esercizio. Tutte le seti sono sete di Dio. Ditevelo più volte in mente o scrivetelo sul display, sul video della vostra mente. Tutte le seti sono sete di Dio. E allora comincio a tirar fuori alcuni miei desideri, alcuni alti, altri bassi e vi trovo questo comune denominatore: “Ogni sete è sete di Dio”. Anche noi  siamo venuti stasera con tanti desideri, con tante attese, certamente non potrà soddisfarle il vostro Vescovo che è uno strumento poverissimo, ma Dio sì, Dio che vi ha chiamati forse attraverso una sete. Vieni, vieni anche tu a questa preghiera, sembra una discoteca!(magari qualcuno avrà detto malignamente) Eun curioso è arrivato a questa preghiera. Bene, tu sei arrivato per questa curiosità, ma sappi che dietro tutto questo c'è una regia di Dio che ti vuole condurre a Lui, non per farti schiavo, per liberarti, perchè quando tu avrai trovato l'acqua che disseta ogni sete tu sarai finalmente felice. Ma è possibile tutto questo? Per adesso scrivo la frase sulla mente: “Ogni sete è sete di Dio”. Provateci.

 

Sottofondo musicale

 

Non l'avevo previsto, ma ascoltando la lettura e la dizione perfetta di Carmen riascoltiamo il brano. Però faccio io Gesù. Dov'è Carmen? Sarebbe bello che non leggeste sul foglietto, abituatevi anche in Chiesa a non utilizzare il foglietto durante la liturgia della Parola, ma ad ascoltare.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Donna, dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: "Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Carmen, chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: "Io non ho marito". Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo.

 

Entriamo un po' più nel vivo del dialogo di Gesù con la Samaritana e il punto nevralgico di questo incontro è la Parola “Se tu conoscessi il dono di Dio”. Se tu conoscessi il dono di Dio. Questa è una Parola che dovete conservare, giovani, anche se non la comprendete. D'altra parte questa non è una Parola da comprendere, perché è una Parola allusiva. Quando noi eravamo piccoli e magari non volevamo qualcosa, non c'erano molte cose da scegliere nella nostra infanzia per la verità, i nostri genitori utilizzavano un proverbio, che vi traduco dal napoletano, per dire che non capivamo nulla, e dicevano: "Sei come gli uccelli che non conoscono il grano". Gli uccelli che non conoscono il grano, perché il grano è buono ma gli uccelli che non lo conoscono non lo beccano, benché il grano sia a portata di mano. Questo proverbio banale spiega in qualche maniera l'espressione alta di Gesù: "Se tu conoscessi il dono di Dio". Per esempio, se tu sapessi che Gesù sta nella tua Chiesa parrocchiale correresti più spesso da Lui, se tu sapessi dove è l'acqua che disseta per sempre, non staresti ancora a bere nelle pozzanghere. Se tu conoscessi il dono di Dio, non ti faresti pregare, non guarderesti l'orologio durante le celebrazioni. Se tu conoscessi il dono di Dio, andresti a bussare alla porta del tuo Parroco a mezzanotte per dire: "Parroco, ho bisogno di conoscere Gesù!". Ma siamo come gli uccelli che non conoscono il grano, il grano c'è ma se uno non lo conosce, non lo becca e non cresce. Se tu conoscessi il dono di Dio. Questa donna ha conosciuto altri doni e adesso cerchiamo di entrare un po' nella sua privacy, me lo ha permesso, mi ha concesso questa licenza stasera, posso interrogarla: com'è che è arrivata a questo stato? Com'è che non si è accontentata di uno, due, tre, quattro, cinque, sei uomini? Perché neanche l'attuale in qualche maniera la soddisfa. Mi raccomando, non pensate che sia una ninfomane, perché questa donna è una maestra, forse non sono gli uomini che si sono succeduti alla sua scuola, tra le sue braccia ad essere incriminati, forse non è neanche lei, è semplicemente non essere stati informati per bene per sapere l'acqua viva chi la dà e la felicità chi la offre. E adesso vi faccio ascoltare dal vivo, andiamo indietro di duemila anni, la voce della Samaritana, che ci racconta come è arrivata su questo orlo. Pronti? Via.

 

Gli uomini non cambiano (Mia Martini)

 

Sono stata anch'io bambina

di mio padre innamorata

per lui sbaglio sempre e sono

la sua figlia sgangherata,

ho provato a conquistarlo

e non ci sono mai riuscita

e lottato per cambiarlo

ci vorrebbe un'altra vita.

La pazienza delle donne incomincia a quell'età

quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità

e ti perdi dentro a un cinema

a sognare di andar via

con il primo che ti capita e ti dice una bugia.

Gli uomini non cambiano

prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola

Gli uomini ti cambiano

e tu piangi mille notti di perché…

Invece, gli uomini ti uccidono

e con gli amici vanno a ridere di te.

Piansi anch'io la prima volta

stretta a un angolo e sconfitta

lui faceva e non capiva

perché stavo ferma e zitta…

Ma ho scoperto con il tempo

e diventando un po' più dura

che se l'uomo in gruppo è più cattivo

quando è solo ha più paura.

Gli uomini non cambiano

fanno i soldi per comprarti

e poi ti vendono

la notte, gli uomini non tornano

e ti danno tutto quello che non vuoi…

Ma perché gli uomini che nascono

sono figli delle donne

ma non sono come noi!

Amore gli uomini che cambiano

sono quasi un ideale che non c'è

sono quelli innamorati come te.

 

 

Sicuramente stasera guadagnerò l'affetto delle donne e l'odio degli uomini con questo testo di una drammaticità unica, graffiante, che esprime un dramma che non dobbiamo nasconderci. Innanzi tutto questa non è Mia Martini, ma è la Samaritana, la Samaritana che si confessa davanti a noi e dice: "Non ho paura di dirvi come sono capitata in questo gorgo, come le mie seti mi hanno riarsa continuamente, com'è che Gesù mi ha incontrata come un rudere, una donna ormai alla deriva". Tutte le storie brutte sono cominciate bene, tutte le storie belle possono avere svolte negative. E allora svestiamoci per un attimo, io sono una donna, io sono un uomo, in particolare gli uomini devono fare uno sforzo, pensano: il Vescovo forse ha scelto questa canzone per la festa delle donne, perché vuole creare una rivoluzione al femminile nella Chiesa di Teano - Calvi? No, è un messaggio per tutti. E innanzi tutto i drammi cominciano, cominciano nell'infanzia, come ci dice la Samaritana: "Sono stata anch'io bambina, di mio padre innamorata". Perché tutte le bambine s'innamorano del loro papà, ci dice Freud, ma non solo lui, sono delle affezioni. Si cerca di conquistare un posto di tutto rispetto nel cuore dell'uno o dell'altro genitore, a seconda del nostro sesso, si cerca in qualche maniera di fare delle moine, di attirare l'attenzione, l'abbiamo fatto tutti, l'ha fatto anche la Samaritana quand'era bambina, ma ha trovato un padre, questo è il primo uomo colpevole prima degli altri sei… Il primo uomo colpevole della Samaritana è il padre, perché ha trovato un padre duro, un padre severo, non è il termine giusto, diciamo indelicato, che non ha colto questo passaggio di vita della sua bambina, in qualche maniera non l'ha accompagnata nella vita adulta così come ogni papà deve fare cogliendo anche le allusioni e rispondendovi nella maniera giusta, equa, senza creare disparità con gli altri figli. Per mio padre, dice la Samaritana, per lui sbaglio sempre, sono quei padri che mai dicono “Brava”, che rimproverano sempre,  “e sono la sua figlia sgangherata”… “Non ne fai mai una buona, non sei buona a nulla!”…Cose che tante donne, ma anche tanti uomini, si son sentite dire dai genitori, e che sono, dicono gli psicologi, le frasi assassine.

 

Ci sono delle frasi che hanno il potere di uccidere una persona, come questa: "Sei sempre la stessa, tanto io non mi aspetto niente da te". L'assenza della speranza di un genitore nei confronti di un figlio è un grande dramma. E allora inutilmente questa donna ha cercato di conquistare suo padre o di conquistarsi un posto d'onore, fare qualcosa di bello, ha portato la pagella: “Papà, sono stato promosso!”… “E che hai fatto? La metà del tuo dovere"….Così dicevano a noi. Invece a voi danno le chiavi dell'auto che è parcheggiata sotto il portone. Ovviamente la Samaritana è dei miei tempi, non dei vostri tempi, quando ci stavano questi papà per i quali non andava mai niente bene, tutto quello che facevi di buono era dovere, e poi stavano subito a dirti: “Hai sbagliato”. Capite che una personalità del genere può uccidere anche una femminilità, per cui la Samaritana ha pensato: Forse mio padre non mi capisce, devo andar via da casa. State attenti anche voi giovani, perché certe scelte, anche matrimoniali, le facciamo non per amore, ma per scappare da casa e poi si scappa dalla padella alla brace. Bisogna sposarsi per amore, non per sfuggire a un padre padrone o a un padre despota, a una famiglia dove l'aria è invivibile. È per questo che lei confessa: "Ho lottato per cambiarlo, un padre,  ci vorrebbe un'altra vita! La pazienza delle donne incomincia a quell'età (quando siamo bambine), quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità  e ti perdi dentro un cinema a sognare di andar via". La Samaritana appartiene alla generazione, ho visto qualcuna, ovviamente non voi giovanissimi, diciamo un po' più attempata, che senza bisogno del testo si stava cantando la canzone perché la conosce bene. Bene, questa stessa persona, come le altre, è della generazione della Samaritana che è anche la mia. Ricorda che si cantava "andare via, la voglia d'andare via", di andare lontano. Così ha fatto anche lei, e con il primo che ti capita, perché basta che un ragazzo ti faccia gli occhi dolci e tu dici: "Ecco, ho trovato l'uomo della mia vita", e così ti imbarchi. Ma è un'illusione! Dice la Samaritana, adesso con l'esperienza: È stata un'illusione, perché sono caduta, dalle grinfie di mio padre, nelle grinfie di quest'uomo che non mi voleva bene. Non sto qui a sottolineare, perché non è il luogo adatto, la scena cui qui si allude, quindi al cinema una storia d'amore, lui mi tiene per mano, mi sembra che io stia per toccare il cielo con un dito, e mi lascio andare, ma quest'uomo, che ha fatto i debiti per comprarmi, poi mi ha venduta. Ci sono molte frasi amare in questo testo. Gli uomini ti cambiano, loro non cambiano, prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola. Gli uomini ti cambiano e tu piangi mille notti di perché. Invece, gli uomini ti uccidono. E qui ci ha graffiato la voce di Mia Martini che è anche rauca in questo Ti uccidono, perché ti promettono, e qui lo dobbiamo dire tutti, anche gli uomini, noi uomini, ti promettono quello che non ti possono dare, perché qui non si tratta di trovare un uomo ideale, alla fine lei dice che l'ha trovato, ma lo commentiamo in coda alla preghiera, non si tratta di trovare un uomo ideale, si tratta di ogni uomo. Infatti, sono passata dal primo al secondo, il secondo no. Magari ho sbagliato e vado al terzo e poi al quarto, e poi al quinto e sono al sesto, e non si è fermata, e non si sarebbe fermata la Samaritana se non avesse incontrato Gesù, perché qui non si tratta di cambiare uomo o donna, ragazzo o ragazza, ma si tratta di trovare un'acqua che mi disseti veramente. Vedete, ragazzi, voi sarete anche felici, e il vostro Vescovo ve lo augura, tenendo per mano questa ragazzina, questo ragazzo con gli occhi celesti e i capelli biondi, però ricordatevi, perché è importante il messaggio di oggi: un uomo non vi può rendere felici. Ma lo stesso dico agli uomini: Una donna non ti può rendere felice, pienamente intendo. Voi dovete anche sposarvi, ma con beneficio d'inventario, cioè a dire: “Questa è mia moglie, questa è la mia ragazza, però non m'illudo che mi riempirà, perché dentro di me c'è un vuoto, c'è un pozzo che tu non puoi riempire, c'è una voglia d'amore che tu non puoi soddisfare, c'è una voglia di bene che va ben oltre di te”. Ecco, se voi riuscite a capire questo, allora sarete anche felici, per quanto sia umanamente possibile, da fidanzati, da sposati, da padri, da madri, da professionisti, ma senza aspettarvi troppo dall'altro che vi deluderà, e se pensi che mi ha deluso Luigi, però Francesco mi farà contenta, passi a Francesco, e ti deluderà anche Francesco; poi dici: No, no, Luigi, Francesco, ma Gianlucaaa... ho trovato! Gianluca. Dopo un po' anche Gianluca mi stanca, e allora che dobbiamo fare? Dobbiamo passare di uomo in uomo, di ragazzo in ragazzo, di ragazza in ragazza? Non è il caso di capire che nessuno, nessuno mi può soddisfare veramente? Ma qui forse è il caso che ridò la linea a Mia Martini, che fa la nostra Samaritana. Vedete, è importante anche questa interpretazione di Mia Martini, perché Mia Martini ha avuto una vita difficile, anche un po' sbandata, morta in procinti... insomma in situazioni non chiare, allora viene questa voce anche da una vita graffiata, per questo è graffiante. Non vi preoccupate voi uomini, noi uomini, se ci lasciamo graffiare. Forse abbiamo qualcosa da incassare anche noi. Riascoltiamo.

 

Gli uomini non cambiano (Mia Martini)

 

Al prossimo incontro, tra quindici giorni tutte donne…

Questa è una lezione per tutti. A volte lasciarci graffiare ci aiuta a tirar fuori un po' d'oro che c'è, ma è sotto la scorza. Stasera si tratta di tirar fuori un po' di cuore, non solo per le donne ma anche delle donne per gli uomini. Questi uomini che ti uccidono e vanno a ridere di te con gli amici, è una scena terribile, perché tu gli hai confidato un segreto e loro dicono "Non lo dico a nessuno", e poi magari stanno con gli amici e per fare gli spacconi raccontano un fatto che riguarda la tua vita privata. Questa donna dunque ha ragione d'esser diffidente, se ci fate caso quando Gesù l'approccia "Donna, dammi da bere", risponde in una maniera scorbutica, perché dice: "Ecco, un altro!”, perché anche Gesù è un uomo. ”Un altro uomo, chissà che cosa vuole, chissà dove vuole arrivare, lo so bene dove vuole arrivare", avrà pensato la Samaritana. Ma Gesù è più furbo, Gesù vuole conquistarla veramente, Gesù è questo Uomo che cambia. Alla fine noi uomini veniamo assolti dagli ultimi versi di questo testo terribile, quando si dice: "Amore (perché poi si rivolge a lui la Samaritana) Amore, gli uomini che cambiano sono quasi un ideale che non c'è, sono quelli innamorati come te". Ma l'uomo innamorato non è io quando mi innamoro, tu quando t'innamori, ma è Gesù che è venuto a portare la felicità là dove non era più possibile esser felici, e dice alla Samaritana: Tu non solo troverai l'acqua per te, ma diventerai tu stessa un elemento dissetante per gli altri.

Questo è l'augurio che il Vescovo fa a ciascuno di voi, questo è il penultimo incontro prima di Pasqua. Non è importante che veniate qui solo per voi ma ciascuno di voi, pensate, siamo tanti stasera, ciascuno di voi, a scuola, all'università, nella squadra di calcetto, può diventare un elemento-fonte, perché è bello, quando un cristiano diventa veramente tale, cioè si converte, allora non solo risolve i suoi problemi, ma diventa un elemento di coesione e di risposta anche ai bisogni degli altri, diventa, in una parola, un apostolo. E la Samaritana è diventata un'apostola, come avete ascoltato dal brano, perché alla fine va in paese, bussa a tutte le porte e fa scendere anche le persone in carrozzella, perché…Venite a vedere, ho trovato un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto (non è proprio così) che mi ha detto chi sono, che mi ha fatto capire che c'è ancora speranza per me, mi ha fatto scoprire (non vi sembri strano) la mia verginità. Come? Dopo tutto quello che ha fatto?Gesù dice: “Guarda che in te c'è una verginità non ancora intaccata”. È bello che anche chi provenga da una storia di errori può trovare in Gesù questa possibilità di riscatto: posso farcela, posso cambiare!

Gli uomini cambiano o non cambiano, allora? Ci chiediamo, andando verso la conclusione della nostra preghiera. Gli uomini cambiano, cambiano quando incontrano l'Uomo Gesù, che ti cambia.

Vedete, impercettibilmente, anche questi nostri incontri, pian piano si stanno facendo strada nei vostri cuori, nei crocicchi, negli incontri, nei messaggi che forse state chattando di qua e di là, creando questo cambiamento.

 

Vorrei raccomandare, agli uomini maschi presenti, siate un po' più attenti a questo mondo femminile. Non è uno spot, non mi hanno pagato le donne per dire questo. Siate un po' più attenti, sia voi adolescenti che voi giovani, che voi adulti, perché, dice giustamente la Samaritana Mia Martini, che gli uomini danno tutto quello che non ti serve, che non vuoi. La donna ha bisogno di una carezza, ha bisogno di un'attenzione, e tu invece pensi ad altro, e sai bene a cosa pensi. Le donne hanno bisogno di un'attenzione. Una volta si diceva, il termine vi farà sorridere, che Una donna non si tocca neanche con un fiore. Bisogna tornare a questo, permettetemi il termine fuori moda, Stil Novo, a dire parole più belle, a presentarsi in una maniera meno rozza. Ho esperienza che gli uomini sono elefanti tra i cristalli, anche nel matrimonio. Lo sappiamo noi preti che confessiamo e sapete anche perché poi tante donne vanno dietro ai preti? Vi svelo anche questo mistero. Perchè alla fine gira gira gira sono gli ultimi uomini che sono rimasti! Sul serio! Sul serio! Cioè sono gli ultimi uomini gentili, che sanno ascoltare, che vi danno del tempo, e poi si dice: “Ma com'è che dietro questo prete c'è tutto questo stuolo di donne?”. Ve lo dico io, stasera! Perché tu forse devi tornare ad essere un po' più delicato, un po' più accorto, così liberate anche noi, lo dico a nome dei preti. Liberate anche noi di tante cose non sempre limpide, però nelle quali riesco a leggere un disagio delle donne. Come vedete, sto dando stoccate agli uni e alle altre. Il disagio delle donne è non trovare un uomo innamorato, non trovare un uomo delicato, un uomo che sappia ascoltarle, un uomo che sappia portare una rosa, che sappia dire: “Brava! È buono quello che hai cucinato!”. Vero?, voi che cucinate… E invece gli uomini sempre…: “Manca il sale, qui ce n'è troppo, ce n'è poco... Ah!...”. Così non si vive. E voi dite: ma che c'entra questo con la fede? C'entra, perché la fede ci deve rendere più uomini e più donne, cioè noi da questi incontri dobbiamo uscire con delle sollecitazioni anche per la nostra umanità, oltre che per la nostra anima. Allora riassumo, caso mai vi siate persi.

Prima frase: Ogni sete è sete di Dio.

Seconda: Se tu scavi nella sete troverai certamente desiderio di Dio. "Se tu conoscessi il dono di Dio…".

Va' a chiamare tuo marito, cioè vieni da Gesù portando anche il tuo passato. I cinque mariti, e il sesto, sono il passato della donna. Non aver paura del tuo passato, Gesù te lo accoglie e lo redime.

E infine gli uomini possono cambiare. Possono cambiare quando sono innamorati e c'è l'Uomo innamorato dell'umanità, l'Uomo per eccellenza, l'Uomo, dice il Salmo 44, e questo dovrebbe far fremere tutte le donne presenti, che è il più bello tra i figli dell'uomo, ed è Gesù.

A Gesù andiamo anche con questo desiderio, d'essere accolti, d'essere compresi, e che Lui ce la dia quest'acqua viva che disseta per sempre. Amen. Ci mettiamo in piedi

 

Benedizione del Vescovo

 

Canto:  Nostalgia di una sorgente  (G. Cento)

 

Buona serata e riconciliatevi tra uomini e donne…

 

 

Il testo, tratto direttamente dalla registrazione, non è stato rivisto dall’autore.