“La pace… seminala”

Azione Cattolica Diocesana

Teano-Calvi

VEGLIA PER LA PACE

guidata da

S. E. Rev.ma Mons. Arturo Aiello

Chiesa San Francesco

Teano, 8 Febbraio 2009

 

Canto: San Francesco

 

O Signore, fa' di me uno strumento,

fa' di me uno strumento della Tua pace,

dov'è odio, che io porti l'amore,

dov'è offesa, che io porti il perdono,

dov'è dubbio che io porti la fede,

dov'è discordia che io porti l'unione,

dov'è errore che io porti verità,

a chi dispera , che io porti la speranza,

dov'è errore che io porti verità,

a chi dispera , che io porti la speranza.

 

RIT:

O maestro dammi Tu un cuore grande,

che sia goccia di rugiada per il mondo,

che sia voce di speranza ,

che sia un buon mattino,

per il giorno di ogni uomo.

E con gli ultimi del mondo

sia il mio passo, lieto nella povertà,

nella povertà…

 

 

O Signore, fa' di me il Tuo canto,

fa' di me il Tuo canto di pace,

a chi è triste, che io porti la gioia,

a chi è nel buio, che io porti la luce.

È donando che si ama la vita,

è servendo che si vive con gioia,

perdonando che si trova il perdono,

è morendo che si vive in eterno,

perdonando che si trova il perdono,

è morendo che si vive in eterno.

 

Nel nome del Padre…

 

Cari fratelli e sorelle,

questo momento di preghiera per la pace, promosso dall’Azione Cattolica, rientra nel cammino dell’Associazione da tantissimi anni. Probabilmente alcuni di voi avranno pensato: gli incidenti della Striscia di Gaza hanno originato questa preghiera. Invece il mese di Gennaio, nella tradizione dell’AC, è sempre il mese della pace. È così difficile accordarsi (ve ne siete resi conto) tra le due chitarre, il coro e poi il testo che era diverso da quello che si è cantato (testo attribuito a San Francesco, ma non c’entra niente se non per il sapore francescano, perché questa preghiera risale ai primi del Novecento): insomma a mettere insieme queste cose già ci rendiamo conto che dobbiamo pregare per la pace, perché la pace è armonia. Quindi ci sono tanti motivi per inoltrarci in questa preghiera. Ringraziamo l’AC che, fedele alla sua identità, al suo mandato, ci dà questa opportunità.

 

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Testimonianza di Stefano e Rosanna

 

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Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 5, 13-16

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null`altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

 

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Partiamo da queste battute per entrare nel messaggio, che già è stato esplicitato attraverso la testimonianza delle immagini, dell’esperienza di Stefano e Rosanna che alcuni di noi hanno già ascoltato nella Veglia Missionaria. È possibile seminare la pace - è il tema di questa Veglia di Preghiera (state tranquilli, veglia non significa tutta la notte, ma un’ora di preghiera) - mettendo a disposizione degli altri ciò che noi siamo, più che ciò che noi abbiamo? Allora ci chiediamo: questa giornata domenicale, che si conclude, è stata una giornata all’insegna della pace o della violenza? Non mi riferisco agli scenari internazionali o agli ennesimi - purtroppo - omicidi avvenuti nel nostro territorio o in territori vicini al nostro, ma a noi, noi che siamo qui. Se tu dovessi fare un esame di coscienza di questa giornata domenicale, riterresti, questa, una giornata di pace o di violenza? Adesso nessuno di voi ha premuto il grilletto, ha tirato fuori un pugnale, un coltello, ha compiuto gesti chiaramente violenti, ma questo non ci fa concludere “È stata una giornata di pace”, perché ci sono tante violenze sottopelle, tanti gesti di violenza nascosti nelle nostre giornate, nell’indisponibilità agli altri a spenderci, ad aprirci, a sorridere, per dire la cosa apparentemente più banale, ma tanto utile tra noi, nella nostra società nelle nostre famiglie. Abbiamo giocato al risparmio sul sorriso o ne abbiamo distribuiti abbastanza? Questa è stata una giornata dove hai seminato sorrisi o piuttosto mugugni?, dove, incontrando le persone, le hai guardate negli occhi o hai abbassato lo sguardo? Oggi ho incontrato un giovane e notavo - eravamo a colloquio - che aveva difficoltà ad alzare lo sguardo: “Ma alza lo sguardo! Guarda che ci stiamo parlando, ci dobbiamo guardare negli occhi!”. Magari sarà stata anche la soggezione che parlare col Vescovo può comportare. Ci siamo guardati negli occhi in questa giornata o abbiamo abbassato lo sguardo? Voi adulti – facciamo domande più difficili – investite i vostri soldini in banche che ricevono proventi da traffici strani o in banche di cui siamo sicuri che non investono in traffico di armi? Anche questo è un costruire la pace o vivere con violenza. Abbiamo visto un’esperienza missionaria a tutti gli effetti fatta in Perù, ma nelle nostre parrocchie ci sono anche tanti bambini, tanti ragazzi soli, di cui nessuno si prende cura (l’AC è un’anima in questo senso della nostra Diocesi) e mi chiedo se non si possa vivere una missionarietà anche nelle nostre zone, dove certamente non ci sono le baraccopoli che abbiamo visto, ma tante situazioni di disagio e di degrado. Allora una giornata di pace è una giornata dove mi sono rimboccato le maniche cercando di fare qualcosa, di dare qualcosa, di essere accanto a qualcuno che aveva bisogno, ha avuto bisogno della mia presenza. Vi ho fatto tutte queste domande (potrei continuare a lungo) per arrivare al messaggio che abbiamo ascoltato da Gesù: voi siete il sale, voi siete la luce, cioè siete persone diverse che devono dare sapore e devono dare colore. Il sale dà sapore, la luce dà colore. Senza sale i cibi sono insipidi e immangiabili; senza luce non esistono colori e quindi quella signora che ha la sciarpa rossa in fondo, se non ci fosse la luce, io non riuscirei a distinguere quel colore. Vedete, i cristiani sono questo, quindi sono importanti, addirittura essenziali per dare sapore e per dare colore, ma vediamo intorno a noi che ci sono pochi sapori e pochi colori; c’è molta dimensione insipida e c’è tanto grigio, c’è tanta uniformità di colore, senza sfumature, senza diversità. Dobbiamo dire: “È colpa nostra”. “Semina la pace” è l’impegno che ci assumiamo - ripeto - a partire dal mio piccolo, a partire da me, perché a volte sono violento con me stesso, prima d’essere violento con gli altri. Ricordatevi che la pace, il problema della pace internazionale, è innanzi tutto un problema del cuore dell’uomo. Gli uomini di pace danno pace; gli uomini violenti dentro di sé, con se stessi, seminano violenza, generano nervosismo già solo al vederli (spero di non essere di questa categoria di persone). Ci sono persone che tu neanche le conosci, però le guardi - “Che bella persona!” – e ti trasmettono già un senso di pace; altre non sai né il nome, dove abitano, che professione svolgono e, a guardarle, ti mettono ansia: ci avete fatto caso? Da che cosa dipende? Dipende dall’avere o no il cuore in pace: danno pace quelli che ce l’hanno, e tu ce l’hai la pace? Perché se non ce l’hai, non puoi seminarla, e la prima pace la devi fare dentro di te, con te stesso, con quelle fazioni che ciascuno di noi ha dentro, che si contrappongono, che ci lacerano, e invece bisogna trovare una sorta di convivenza, di sana e santa convivenza, anche dentro di noi. Ci fermiamo un attimo, prima di spiegarvi il gesto di questo segno che viene consegnato, a fare un esame di coscienza stasera: a quest’ora si fa anche l’esame di coscienza, per chi reciti la Compieta o semplicemente si fermi a considerare il corso della giornata. Questa che concludo, è stata una giornata di pace o di violenza? Seconda domanda e secondo aspetto dell’esame di coscienza: penso d’essere un uomo, una donna pacificata, o un uomo, una donna, violento, violenta? Guardandomi dentro, sento una guerra - quello spirto guerrier ch’entro mi rugge diceva il Foscolo, ma quello era uno spirto guerrier anche positivo - o mi inabisso in un senso di tranquillità, di pace, che riesco a trasmettere anche solo con lo sguardo? Chiedetevi, in questi pochi istanti di silenzio, come è andata questa giornata e da che parte siete rispetto a questa identità: uomo di pace, uomo violento.

 

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Veniamo a  questa semina che siete invitati a fare. Vi sarà consegnato tra qualche istante un sacchetto di grano. Tra l’altro, mi dicevano a pranzo, che quest’anno è stato difficile anche piantare il grano: non c’è stato tempo a causa della pioggia. Non me ne date responsabilità. Qualcuno ha detto: “Sta piovendo da due mesi perché il Vescovo… Danza, danza, pioverà! Eccellenza, faccia una preghiera in senso contrario”. Va bene, già ho provveduto. Dunque, il grano che vi verrà consegnato dovete piantarlo. Innanzi tutto, istruzioni per l’uso: avete al massimo dieci giorni (quindi abbastanza, però non perdete il sacchettino), trovate un paio di ciotole per alimenti, ovviamente con un po’ di terra, di terreno e vi piantate questo grano – attenzione - da porre in luogo oscuro. Questo è un espediente utile per l’Altare della Reposizione il Giovedì Santo, che fa in modo che il grano cresca senza diventare verde. Dovreste anche sapere perché: non c’è la luce, non avviene la fotosintesi clorofilliana e quindi lo stelo rimarrà tra il bianco e il giallo. Ovviamente bisogna innaffiarlo ogni sera. Allora trovare un luogo del tutto buio: può essere anche un cassetto. Attenzione che i profumi non saranno proprio francesi, però è utile anche questo, perché il grano deve marcire: una cosa che marcisce non ha certamente un profumo olezzante. Piantate il grano alle soglie della Quaresima: avete - ripeto - dieci giorni; riponetelo al buio da qualche parte, non fate arrivare neanche un po’ di luce; innaffiate brevemente ogni sera e vedrete pian piano sorgere questo piccolo stelo che andrà crescendo. Giovedì Santo o mercoledì, se volete, tirate fuori le vostre ciotole, portatele al vostro parroco (saranno poste nell’Altare della Reposizione solo quelle veramente gialle, le verdi no): “Questo è il grano che ho ricevuto a Teano, nella preghiera per la pace, utilizzatelo per l’Altare della Reposizione”. È un modo, questo, per collegare la semina della pace con l’aspetto eucaristico e anche con la dimensione del nascondimento, che è una dimensione propriamente quaresimale. Mettiamo che questa preghiera è un po’ uno stretching pre-quaresimale, in modo tale che arriverete Mercoledì delle Ceneri già in ottima forma. Ripeto: riceverete il grano - per la massa che ho visto nei sacchetti, credo che ci vorranno due recipienti - da piantare, da innaffiare, da tenere al buio e quindi anche da guardare. Questa semina avvenuta nel segreto e questa crescita, che avviene nel segreto, poi si fa Eucaristia nella Messa in Cena Domini con la preghiera anche vegetale (potrei chiamarla così) all’Altare della Reposizione. È un gesto per dire che la pace bisogna seminarla, seminarla al buio, nel nascondimento, accettare anche che muoia l’aspetto violento di noi, per poter diventare pane e Pane Eucaristico. Venite qui e insieme con qualche altro sacerdote distribuiamo questi preziosi sacchetti, che torneranno utili anche al vostro parroco. Accompagniamo questo gesto col canto “Semina la pace”.

 

Semina la pace
Senti il cuore della tua città,
batte nella notte intorno a Te,
sembra una canzone muta che
cerca un'alba di serenità

Semina la pace e tu vedrai
che la tua speranza rivivrà;
spine tra le mani piangerai,
ma un mondo nuovo nascerà.

     [Rit.] Sì, nascerà
     il mondo della pace,
     di guerra non si parlerà mai più,
     la pace è un dono
     che la vita ci darà,
     un sogno che si avvererà...

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È appena il caso di ricordarvi che domenica prossima, per chi lo voglia, alle ore 18:00 a Vairano Scalo, Angelo e Antonio, due dei nostri seminaristi faranno il Rito di Ammissione, che null’altro è che un brevissimo rito, una sorta di fidanzamento ufficiale: vengono iscritti ufficialmente fra i candidati all’Ordinazione Diaconale e Presbiterale, anche Episcopale eventualmente, ma questa è un’ipotesi meno consueta, ma certamente, per quel che ci riguarda, per l’Ordinazione Diaconale e Presbiterale. Vi invito a pregare per questi due giovani. A volte si dice “Sì” in segreto; dirlo nell’assemblea per la prima volta pubblicamente, fa battere il cuore, come accade a voi quando dovete dire “Mi sono innamorato di…” e dovete dirlo, non ad un amico, ma ai vostri genitori. Questo è il senso del rito. Quindi siete inviati alle ore 18:00, domenica prossima.

 

Benedizione del Vescovo

 

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Il testo, tratto direttamente dalla registrazione, non è stato rivisto dall’autore.